Fantasima Saracina Commedia

Fantasima Saracina Commedia

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<BIG><BIG><BIG>La Fantasima Saracina

DI</BIG></BIG></BIG><!--msthemeseparator--><!--mstheme--><!--msnavigation--></TBODY>

 

ENZO      RANDAZZO <!--msnavigation-->

 

 

<!--mstheme-->PERSONAGGI

 

 ONOFRIO SACRISTA

CROCIFISSA CRIATA

DON ADALGISO

FANTASIMA

SONIA RUFFIANA

DON MALACHIA

FANTASIMINA MASSAGGGIATRICE

MONSIGNOR ALFIO PETRONE VESCOVO

CERBERO SPACCIATORE

BIAGIO

FALENA

LUCCIOLA

LEOPOLDO

FANTASIMONA

 

 

 

 

ATTO I

 

CROCIFISSA  -   ONOFRIO

CROCIFISSA (entra in scena appoggiandosi ad una scopa;  indossa abiti lisi e rattoppati; dai capelli una treccia di aglio ed una di peperoncino le scendono sulle guance, sporche di cenere e fuliggine)

Piegati giunco che passa la piena! Ti decidi ad uscire, razza di furfante, invece di star lì tra le padelle a sfoggiar battute di spirito contro di me? Vieni fuori, consumapreti! Per tutte le rape secche ! Se campo te la farò pagare. Esci via da quella cucina puzzolente. Perché ti nascondi?

ONOFRIO (in un elegante doppio petto grigio, con un garofano rosso all'occhiello, dei calzini azzurri, una cravatta giallo - oro ed i capelli verde e viola).

Maledetta campagnola, cos'hai da sbraitare? Sei più brutta di un infarto di notte! Ti credi di essere tra i porci? Stai lontana da questa sacrestia. Va' a farti crocifiggere al Vallone del Pisciatoio! Tirati via da questa porta. To'. (La spintona e percuote.) È questo che volevi?

CROCIFISSA

E tu sei simpatico come il puzzo dei piedi!  o come una spinta per le scale ! Sei il primo esperimento riuscito di clonazione del letame. Sono morta! Distrutta! Consumata! Perché mi maltratti e mi fai male?

ONOFRIO

Perché esisti.

CROCIFISSA

Lascia che ritorni il Vescovo! lascia che ritornino sane e salve quelle quattro ossa che tu stai spolpando perché ora non ci sono! Ride bene chi ride  in ultimo!

ONOFRIO

Come si fa a spolpare uno che non c'è, villica e villanaccia?

CROCIFISSA

Buffone di città, zimbello del popolo, proprio tu mi rinfacci che sto in campagna? Per  tutti gli asparagi, tra poco ci sarai tu in campagna e messo a zirlare. Intanto, fin che ti va bene, sbevazza, sperpera, deprava ... con  Don Adalgiso, che era un bravo Sacerdote. Forza a bere, giorno e notte, a sballarti e  spassartela alla grande. Invitate ragazze; ingrassate parassiti e spacciatori, spendete e spandete a tutta forza!

ONOFRIO

Non è vero, né verosimile, razza di balorda e intrigante!

CROCIFISSA

È questo che ti ha raccomandato il Vescovo sul punto di partire per la Terra Santa? È in questo modo che si aspetta di veder curare i suoi parrocchiani? Ritieni che sia questo il dovere di un buon sacrestano? Di andar rovinando i beni della Chiesa e il suo Ministro? Perché io, il povero Don Adalgiso, lo considero rovinato, dato che si dà a questa vita. Tra tutti i giovani preti della Provincia, prima, era ritenuto il più promettente, il più parsimonioso, il più austero e integralista, ma ora è divenuto il più trasgressivo. E questo grazie a te e alla tua scuola.

ONOFRIO

Accidenti! Perché t'impicci in quel che faccio e che sono? Non ce li hai più in campagna i buoi da custodire? Sì, mi piace sbevazzare, amare, sfumazzare, andare a puttane. Lo faccio e rischio la mia pelle, non la tua.

CROCIFISSA

Senti che faccia di bronzo! Quando il gatto non c'è, i topi ballano! Hai un cervello così piccolo che un'idea per uscirne deve fare manovra!

 ONOFRIO

Che ti possa venire una pepita pulcinara  sulla punta della lingua ! Puh, hai l'alito che puzza di aglio. Sei peggio di un letamaio rustico, di una  capra rampante, di una ghianda da porcile, di una cagna in calore, in un impasto di fango e di sterco! Gallina vecchia... prima o poi muore!

CROCIFISSA

Mica possono tutti olezzare di esotici profumi come un signorino, né starsene sdraiati a sbafare i piatti più stuzzicanti! A te le tortore, i pesci, gli uccelletti; a me lascia che tocchi quel che mi tocca, aglio compreso. Tu sei fortunato, io no; a ciascuno il suo. A me il bene, il male a te.

ONOFRIO

Crocifissa , mi pare quasi che tu mi porti invidia, perché a me tutto va bene e a te di male in peggio. È giusto così! Io debbo far l'amatore, tu la contadina pettegola; io devo vivere tra le rose e tu fra le spine.

CROCIFISSA

Credo proprio che diventerai un setaccio per il boia, tu. Sì, sì, ti trascineranno per le strade con il giogo sul collo e ti crivelleranno con i pungoli. Basta che il Vescovo torni a casa.

ONOFRIO

E come puoi sapere che non tocchi a te prima che a me?

CROCIFISSA

Perché io non me lo sono meritata. Tu sì, te lo sei guadagnato e te lo meriti. Ma  voi, sbevazzate, spassatevela, sbafate, ingozzatevi di bocconi grassi!

ONOFRIO

Risparmiati la fatica di discorrere, se non vuoi finire scannata come bestia da macello. Zitta e fila. Io voglio andare al Mercato a scegliere i pesci per stasera. Che c'è? Perché mi fissi, lazzarona?

CROCIFISSA

Per tutte le rape secche! Credo proprio che questo epiteto sarà tuo fra non molto.

ONOFRIO

O.K. "fra non molto". Purché intanto la vada come adesso.

 

CROCIFISSA

Buon tempo e maltempo non durano tutto l'anno. Ciò che ti spiace arriva prima di quel che desideri avidamente.

ONOFRIO

Non fare la Cassandra rompiscatole. Vattene tra le tue galline e levati dai piedi! Per tutti i grani di melograno, non mi fare perdere altro tempo! (Rientra in casa.)

CROCIFISSA

Se ne è andato? Se ne infischia di quel che gli predico? O Signore Gesù, io mi rivolgo a voi, vi supplico, che il Vescovo ritorni come una morte subitanea! Da troppo tempo è lontano. Se non fa ritorno lui, in pochi mesi nemmeno quel che resta perdurerà più. Ma ecco Don Adalgiso. Chi va con lo zoppo... va piano piano! Era un bravo prete, purtroppo si è guastato. (Si allontana.)

DON ADALGISO(uscendo dalla porticina della sacrestia)

Sinché rimasi insieme a Monsignor Petrone, io mi dimostrai onesto e bravo; ma poi, non appena fui libero di seguire le mie inclinazioni, mandai in rovina tutte le sue fatiche. Venne l'ignavia e, come una tempesta, mi inondò di grandine e pioggia. Verecondia, virtù, se le strascinò via. Fatto e disfatto. E dopo, non mi curai di rimediare. Più tardi, al posto della pioggia, sbocciò l'amore, nel mio petto. E mentre ci restava, nel petto, alluvionò il mio cuore. E ora, tutti insieme, beni e fiducia, fama e virtù e decoro me li sono giocati su un asso di cuori.  In realtà sono diventato un buono a nulla. Per tutti i Sacramenti, queste travi trasudano, puzzano di marcio! No, non credo che la mia Chiesa possa venire riparata, non credo che si possa salvarla dal crollo totale. Quando le fondamenta non reggono più, non c'è nessuno che possa darti aiuto. Mi fa male il cuore al pensiero di quel che sono e di quel che ero. Per frugalità e resistenza ero di esempio agli altri. Anche i migliori mi prendevano come modello di vita. E ora, ora che son diventato uno straccio, a chi lo debbo? Solo alla mia testaccia matta e alla mia insaziabile sensualità.

FANTASIMA -  SONIA - DON ADALGISO

FANTASIMA (indossa una lunga tunica bianca e risplende di una luce fosforescente).

Per tutte le aragoste, mai l'avevo fatto un bagno freddo così tonificante! Sonia mia, non mi sono mai sentita così lustra e pimpante.

SONIA (indossa un vestito rosso - porpora; dalla testa le fuoriescono un paio di corna di montone). 

Tutto ti gira bene, se l'amore ti riscalda l'esistenza.

FANTASIMA

Che c'entra l'amore con il mio bagno?

SONIA

Non più che il tuo bagno con la passione che ti arrovella. Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce.

DON ADALGISO (entrando in punta di piedi, si apparta sul lato destro della scena).

Una Venere bellissima! È qui la tempesta che mi ha strappato dall'assennatezza e dalla pace religiosa, sotto cui mi riparavo. Cupido e Amore sono piovuti nel mio petto e ormai per me non c'è più rimedio. Nel mio cuore le pareti sono fichidindia marce e la mia  Chiesa va tutta in rovina. Vorrei poter vivere mille vite per poterla amare in ognuna di esse.

FANTASIMA

Sonia mia, per piacere: guarda se mi sta bene questa collana di lapislazzuli. Voglio farlo uscire  di senso Don Adalgiso, che è la luce dei miei occhi, il mio stregone. Che significa amarsi se non prendersi per mano e volare?

SONIA

Ma che indugi ad agghindarti? Sei morbida e sinuosa come una biscia! Gli amanti mica amano la collana, ma quello che c'è sotto!

FANTASIMA

E allora?

SONIA

Allora che? Rilassati. I lapislazzuli sono un infallibile richiamo sensuale…

FANTASIMA

Guardami, no? e dimmi se mi sta bene. Altrimenti  mi metto questa di granati.

SONIA

Con il granato amore assicurato! Specie se lo tieni appoggiato al seno per un'intera notte. Infiocchettati con quel che ti pare, ti dona ogni cosa. Sei così erotica, demoniaca e sensuale da ridestare anche un cadavere!

FANTASIMA

Non voglio che tu mi lisci e mi spalmi come una marmellata di more sul burro!

 SONIA

Che scimunita sei! Io, per me, preferisco che mi offrano lodi bugiarde piuttosto che critiche sincere, o che gli altri deridano il mio aspetto.

FANTASIMA

Invece io amo la sincerità e la schietta verità. I bugiardi, io non li sopporto. Né gli adulatori, i lecchini e i calati - calati! Se un maschio mi ama profondamente, deve farlo senza alcuna riserva mentale. Come io lo amo. Con tutto il mio corpo e la mia anima. L' amore e' un bicchiere d'acqua da sorseggiare lentamente nel deserto.

SONIA

Per tutti i carciofi spinosi! Sbagli se tu pensi solo a lui, per lui solo sei così compiacente,  e tutti gli altri li disprezzi. Un solo amore? Roba da gentildonne, non da popolane avventuriere. L'amore è una cosa meravigliosa e devastante, che, se ti colpisce, fa molto male...

DON ADALGISO

Per Dio! Che razza di diavolo tentatore si è infilato in casa mia? É un tesoro... che fortuna averla dissotterrata!   Che tutti i Santi mi facciano morire di mala morte se io non la faccio crepare, questa stronza, di fame e di sete e di freddo.

FANTASIMA

No, Sonia, l'amore è la luce che illumina il mondo. Non spegnerla mai. Non voglio che tu mi dia dei brutti consigli. Amare Adalgiso è come saltare nel vuoto sapendo che lui è sempre lì, pronto ad accogliermi tra le sue braccia.

SONIA

Sei proprio illusa, se credi che lui ti sarà amico ed amante per tutta la vita. Quest' amore non ti darà la felicità, ma la sua fatale illusione.. Un prete rimane sempre officiante nel profondo del suo cuore, anche se si spoglia dell'abito talare. Io ti avviso: quando lui sarà sazio delle tue calde cosce e dei tuoi sodi seni, ti pianterà, per tornare nell'abbraccio avvolgente del suo Dio.

FANTASIMA

Ma lui si è liberato della sua Fede. Ha scelto me sola, per lui solo. E io penso di dovere fedeltà e amore esclusivamente a lui.

SONIA

Guarda me! Vedi come sono ridotta! E com'ero una volta! No, non ero amata meno di te. Anch'io ne tenevo uno, uno solo, di amante assatanato, ma poi, quando gli anni mi sbiancarono i capelli, se ne andò, piantandomi in asso. Capiterà anche a te, ne sono convinta, con una rivale così totalitaria e pervasiva come  la Santa Madre  Chiesa!

FANTASIMA

Bugiarda! Adalgiso è l' angelo che mi aiuterà a volare quando non ricorderò più come si usano le ali....

DON ADALGISO

Che donna amabile, che animo pudico! Per tutte le ostie consacrate, certo che ho fatto bene se mi sono rovinato per lei! Le sue carezze paradisiache ben valgono il rischio di una scomunica pontificia. Meglio coltivare un sogno impossibile d'amore che convivere con l' incubo d'una Fede perduta.

SONIA

Per tutti gli asparagi  perforanti, tu non capisci niente.

FANTASIMA

Perché?

SONIA

Perché ti affanni per essere amata da lui.

FANTASIMA

Perché non dovrei?

SONIA

Sei libera dalle tue voglie, ormai. Ciò che volevi l'hai ottenuto. Quello, se non ti amerà più, ti rinnegherà come un figlio ingrato. Gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo restando abbracciati.

DON ADALGISO

Sono morto! Per tutte le Madonne del Cielo, se non l'accoppo, quella pettegola, nella maniera più atroce... Mi corrompe il mio tesoro, lei, quella ruffiana, linguaccia di impicciona, intrigante e tragediatrice. È talmente brutta che quando ride le viene la fossetta biologica!

FANTASIMA

Non gli sarò mai grata abbastanza, per quel che ha fatto per me. Non c'è amore sprecato. Sonia, non cercare di persuadermi ad amarlo con minore passione ed intensità.

SONIA

Se ti tieni per lui solo, adesso che sei pimpante e seducente, te ne pentirai amaramente quando il suo Vescovo suonerà la campanella di richiamo  al Catechismo.

DON ADALGISO

Io ora vorrei diventare un'angina per stringerla per il collo e farla crepare, quella maledetta consigliera! Non me ne fotte niente di Catechismo e di richiami vescovili. Il mio Paradiso e il mio Inferno li voglio tutti qui ed ora. Perduto tra il profumo della sua pelle e gli umori dei suoi bassifondi… addormentato coccolato dalla brezza calda della sua tenerezza...  coricato tra le nuvole…appoggiato alle stelle e abbracciato ad una di esse, credendola il suo viso...

FANTASIMA

Io debbo essergli grata con tutto il cuore, ora che ho assaporato il tocco delle sue dita. Così come una volta, prima di accaparrarmelo, gli facevo le moine, entrando furtivamente nelle sue notti placide, per renderle inquiete e vibranti di insoddisfazioni e di desideri.

SONIA

Se proprio sei convinta che lui ti manterrà in eterno, e che sarà tuo per tutta la vita, bene, pensa che dovrai dedicarti a lui solo... e annodarti i capelli e farti sposare. Tu che sei sempre stata trasgressiva e vitale, ti sentiresti di sfidare l'ossessiva ripetitività di un  carcere coniugale? Questo tuo Amore mi pare una malattia di cuore, con delirio e vaneggiamenti al cervello

FANTASIMA

Le sbarre di una prigione sono semplicemente una percezione soggettiva. Ma noi non rischiamo di sposarci! Adalgiso è sposato per l'eternità con il suo Signore. Del resto, se conserverò i miei sogni e le mie fantasie, sarò ricca quanto basta. Non amare è un lungo morire...uno svenarsi … un inevitabile sfiorire!

DON ADALGISO

Dovessi vendere il mio stesso Dio!  Per tutti gli Angeli azzurri! lo venderei davvero piuttosto che lasciarti come un'Essenza inappagata, a mendicare, mentre resto a dire Messa, recitando un Rito dal significato sbiadito, indifferente alla vita che pulsa  nelle tempie .

SONIA

E gli altri Spiriti Saraceni che ti colmano di attenzioni? Che congettureranno di te?

FANTASIMA

Mi vorranno ancor più bene quando vedranno che scomputo un fante dalle milizie Cattoliche. La mia attrazione verso Adalgiso è il prodotto anche della brutalità e del sangue che hanno insozzato la mia veletta da sposa.

DON ADALGISO

Ah se mi annunciassero che potrei sbrogliarmi di tutti i miei lacciuoli!  Il suo amore è una rosa che cresce nel giardino dei miei pensieri, un sogno che comincia nel momento in cui mi sveglio, una pioggerella fine e leggera …che può far straripare i fiumi! Come vorrei lacerarmi questi paramenti bugiardi per renderla sovrana di tutta la mia esistenza!

SONIA

Qui la pecunia presto sarà dissipata: giorno e notte ci si abbuffa, si beve e si gozzoviglia; nessuno economizza: siamo messi all'ingrasso.

DON ADALGISO

Comincerò da te a risparmiare, per tutti i martiri! Per dieci giorni filati, tu, nella mia abitazione, starai senza ingerire alimenti e senza sorseggiare.

FANTASIMA

Vuoi esternare qualcosa di carino su di lui? Parla pure. Ma se non ti esprimerai come si deve, tu le buscherai.

DON ADALGISO

Diavolo! Oh come mi idolatra dal profondo del cuore!  Se fosse una delle mie lacrime, non piangerei più, per la paura di perderla. Le debbo regalare una collana di brillanti per preservarla dai veleni di Sonia.

SONIA

Capisco bene che te ne infischi di tutti, tolto Don Adalgiso. E allora, per non buscarle per causa sua, io ti voglio assecondare, se proprio ti sei convinta di aver trovato in lui l'uomo di tutta la tua vita.

FANTASIMA

E adesso, Sonia, passami lo specchio, subito, e lo scrigno degli altri gioielli. Voglio essere chic e avvenente quando incontrerò Don Adalgiso, la gioia mia.

SONIA

La specchiera serve alla femmina che di sé, della sua età, non si fida. Ma tu che bisogno ne provi? Tu vivi nello  specchio. Sei tu lo specchio più delizioso di te stessa.

FANTASIMA

Tu, scrutami. Sono a posto i miei capelli? Sono sistemati bene?

SONIA

Questo specchio ha riflessi più magici e nitidi della realtà: se sei a posto tu, anche i tuoi capelli sono a posto.

DON ADALGISO

Mi sto divertendo come una mosca in una valle di stitici! Ma dove la scovo, io, donde la snido una donnaccia peggiore di quella? Ora la lisci e la coccoli, razza di briccona, ma prima le davi contro!

FANTASIMA

La cipria, prego.                                

SONIA

La cipria? Che bisogno ne hai?

FANTASIMA

Per schiarirmi le gote.

SONIA

É fatica sprecata. Vuoi sbiancare l'avorio con l'inchiostro?

DON ADALGISO (ammirando estasiato)

L'avorio e l'inchiostro, è proferito correttamente. E brava Sonia!

FANTASIMA

Allora il rossetto, per favore.

SONIA

Macché rossetto. Vuoi raggrinzire con inedite sfumature una sembianza che è già abbagliante? All'età tua non c'è bisogno di ricorrere ai cosmetici, alla cipria, agli unguenti e simili trucchi.

FANTASIMA

Porgimi almeno lo specchio. Voglio insinuarmi nei suoi riflessi baluginanti! 

DON ADALGISO

O povero me! Un bacio gli ha dato, allo specchio. Se fosse la luna, il suo splendore non farebbe più esistere la notte. Vorrei avere uno spuntone per frantumargli la cocuzza, a quello specchio.

SONIA

Prenditi questo panno e pulisciti le mani.

FANTASIMA

E perché, di grazia?

SONIA

Hai tenuto in mano lo specchio, no? e io ho paura che le tue mani sappiano d'argento. Che a Don Adalgiso non gli venga il sospetto che tu abbia accettato dell'argento da qualche cascamorto.

DON ADALGISO

No, non credo di averla mai veduta una ruffiana così furba. Guarda che idea carina e astuta le è venuta per lo specchio, a quell'imbrogliona!

FANTASIMA

E non pensi anche che mi debba spruzzare del profumo?

SONIA

Ma niente affatto.

FANTASIMA

E perché no?

SONIA

Per tutte le borragini spinose! La donna sprigiona una piacevole fragranza quando non sa di alcun profumo. Le vecchiacce, che si spalmano di unguenti, quelle rimesse a nuovo, cadenti e sdentate, che camuffano coi belletti le magagne della persona, quelle lì, quando il sudore si mischia alle pomate, puzzano come le salse che il cuoco rimescola in cucina. Non sai di cosa ammorbino, ma di sicuro lo annusi che sanno di rancido.

FANTASIMA

Presto, Sonia! Guarda se mi stanno bene questi zirconi azzurri e il mantello.

SONIA

Gli zirconi sono indicatissimi a scacciare ogni malinconia, ma di queste scelte io non mi debbo intrigare.

FANTASIMA

E chi allora?

SONIA

Don Adalgiso. Lui deve regalarti solo quello che immagina che ti piaccia. Chi s'innamora di una Fantasima, ne compra l'amore con l'oro e la porpora. Che bisogno hai di sfoggiare quel che non gli sta a cuore? Con la porpora si nascondono gli anni, con l'oro la bruttezza. Una avvenente fanciulla sarà sempre più desiderabile nuda che tappezzata di porpora.  Non conta nulla essere elegante per una donna sgraziata, tozza e goffa. Modi villani rovinano una sfarzosa toilette più di un pantano di fanghiglia. Se una ragazza ha classe come te, risulta anche accattivante, seducente e ammaliante.

DON ADALGISO

Troppo a lungo son rimasto fuori del gioco. (Alle due donne, forte) E voi, che cosa fate qui?

FANTASIMA

Mi sto facendo bella per piacerti.

DON ADALGISO

Incantevole lo sei già senza bisogno di trucchi… e dolce come uno zucchero filato! (A Sonia) Tu fila dentro casa e porta via questi ornamenti. Sono qui di nuovo a perdermi nei miei pensieri... ma non faccio altro che incontrarci sempre te. Mi è venuta una gran voglia di bere, saltare, ballare, folleggiare in tua compagnia. Vorrei amarti alla luce del sole, stringerti al chiarore della luna e sussurrarti dolcemente: ti amo.

FANTASIMA

E pure a me, insieme con te. Ciò che ti piace, piace pure a me, vita mia!  Anch'io sono qui, sdraiata su una dolce nuvola di pensieri, mentre spero di essere uno dei tuoi sogni...

DON ADALGISO

Ah! Per questa dichiarazione non m'importa d'avere tradito il mio voto di fedeltà a Gesù, né di avere screditato la mia veste sacerdotale .

FANTASIMA

Forse me lo rinfacci? Per me stringerti è abbracciare l'Infinito. Ti amo da morire! Mi vuoi colpevolizzare  per l'attrazione che ci incolla?

DON ADALGISO

Biasimartelo? Qualcuno dovrebbe stigmatizzare me, perché non mi era mai successo di smarrirmi con la mia Storia e le mie determinazioni. Ti ho dato le labbra per un bacio e mi hai preso il cuore per la vita.

FANTASIMA

E io? Incatenata dalla mia passione, ho mollato la mia bramosia di vendetta e ho deposto la mia maschera di fiele. Anch'io sto abiurando il mio Allah e la mia Storia. Non esiste stella che splenda  come il mio amore per  te. Non è difficile amarti; il difficile è non amarti.

DON ADALGISO

Perfetto! Stupendo! Anzi stupendolone! Mi ami, ti amo. Non ti amo perché ho bisogno di te. Ho bisogno di te perché ti amo. Chi ne gode, goda in eterno il bene suo. Se qualcuno nutre invidia, possa schiattare come un rospo bilioso.

FANTASIMA

Presto, mettiti a tavola. Tu, ragazzo, per favore, porta un po’ di erba e di cocaina. (A Don Adalgiso) Vuoi del profumo?

DON ADALGISO

A che serve? Sto giacendo vicino al profumo. Tu splendida emozione... tu splendida proiezione... tu splendida certezza...  Ma quello là, quello che arriva con la sua ragazza, non è il mio amico? Ma sì, è Don Malachia che arriva con la sua Fantasimina. Evviva! Luce dei miei occhi, eccoli che arrivano, i nostri compari: vogliono la loro parte di spasso.

DON MALACHIA  - FANTASIMINA -  DON ADALGISO - FANTASIMA

DON MALACHIA (ai suoi chierichetti)

Ho tagliato la corda là dov'ero, perché mi scocciavo della cena e delle chiacchiere. Ora me ne vado da Don Adalgiso a far baldoria. Là ci accoglieranno felici e contenti. Voglio che veniate a riprendermi  più tardi. E ché?  ti sembra, a te, che io sia sbr... sbr... sbronzo, canniato  o fatto?

FANTASIMINA(entra con passo felpato, avvolta da un fascio di luce soffusa e ricoperta di veli bianchi e trasparenti)

Sempre incorreggibile, tu! Con gli stravizi che ti ritrovi, dovevi nascere Bin Laden o figlio  di Berlusconi! Perché oggi sei arrivato così tardi?

 

DON MALACHIA(avanza ondeggiante)

Il naso mi colava e ho dovuto... aspettare l'idraulico! Vuoi che io ti stringa al mio cuore, che tu ti avvinghi me?

FANTASIMINA

Perché non smetti  di chiacchierare? Se ti va di darmi una strapazzatina, accomodatiti pure!

DON MALACHIA

Ho le labbra con la cerniera aperta e si è bloccata!

FANTASIMINA

Dammi prima una spremutina! Bada di non cadere. Dritto, non ciondolare!

DON MALACHIA

Vorrei essere una lacrima per nascere dai tuoi occhi, scorrere sul tuo viso e morire sulle tue labbra.

Lu... lu... luce dei miei occhi, io sono il bimbo tuo e tu sei il mio miele!

FANTASIMINA

Attento a non adagiarti sulla carreggiata. Qualche calabrone potrebbe pizzicarti!

DON MALACHIA

Lasciami… lasciami cadere … ho voglia di capitombolare sull'asfalto spruzzato di brina!

FANTASIMINA(mollando la presa)

E casca! Ruzzola! Ma stramazza sulla capoccia! È così dura che di sicuro non ti faresti male!

DON MALACHIA

Casco anche con ciò che tengo stretto.

FANTASIMINA

Se cadi, non illuderti ch'io ti cada dietro!

DON MALACHIA

Ma poi qualcuno ci tira su. Amarti è precipitare nelle viscere della terra e risalire in un'esplosione di felicità.

FANTASIMINA(al pubblico)

È sbronzo, l'uomo o si è fatta una pera!

DON MALACHIA

Che dici? Sbr... sbr... sbronzo … pera?

FANTASIMINA

Dammi la mano. Non voglio mica che tu vada a sbattere o a scaraventarti sul bus che fende l'aria oscura! Perché continui a correre?

DON MALACHIA

Perché voglio tenermi al passo con i tempi! Ecco, tieni (le porge la mano) … ma solo in prestito per stasera! (le calpesta un piede) Oh, scusami! Ti ho pestato un piede!

FANTASIMINA

Non preoccuparti: ne ho un altro! Forza, vieni con me!

DON MALACHIA

Dove debbo andare?

FANTASIMINA

E non lo sai? Non solo sei l'ultima ruota del carro, ma hai pure le gomme sgonfie!

DON MALACHIA

Lo so, lo so. Mi è venuto in mente: vado a far baldoria.

FANTASIMINA

Ma è proprio qui.

DON MALACHIA (sbandando a destra e a sinistra)

Adesso sì che mi ricordo.

DON ADALGISO (a Fantasima)

Anima mia, se non ti spiace io gli vado incontro. È lui che preferisco tra tutti gli amici. Ritorno subito.

FANTASIMA

Subito è già tardi, per me. I miei momenti di luce si dissolvono nella luce avara del sole.

DON MALACHIA

Ehi, c'è qualcuno qui?

DON ADALGISO

C'è.

DON MALACHIA

Ehi, tu, Don Adalgiso! Salute al più amico fra tutti gli uomini.

DON ADALGISO

Che Dio ti protegga, Don Malachia. Mettiti a tavola. Da dove sbuchi?

DON MALACHIA

Proprio da dove sbuca uno  sbronzo … canniato!

FANTASIMA

Fantasimina, cara, perché non vieni a tavola? (A un chierichetto) Dalle qualcosa da bere.

DON MALACHIA

Fantasimina, che fai lì imbambolata? Vieni con me a farti una dormitina!

DON ADALGISO

E ché fa di inusitato? di dissonante dal banale? Una Fantasima è una Fantasima perché ogni tanto fantasimia.

FANTASIMINA (A Fantasima)

Ma , cara, che significa fantasimiare?

FANTASIMA

Fantasimiare è sognare, fantasimiare è impaludarsi, fantasimiare è sballarsi, fantasimiare è innamorarsi. (A un chierichetto) Su, svelto, a cominciare da Fantasimina fa passare in giro il boccale e l'erba.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ATTO II

 

 

ONOFRIO -  DON ADALGISO - DON MALACHIA -  FANTASIMINA -  FANTASIMA - LEOPOLDO

ONOFRIO (giungendo dal porto, con aria allarmata)

Il sommo Dio lo vuole a tutti i costi che io sia perduto, e così il mio giovin signore Don Adalgiso. La speranza è morta, per noi. Per noi non c'è più scampo. Manco la Salute in persona, se pure lo volesse, potrebbe salvarci. Al porto, poco fa, che ho veduto? Un grandissimo monte di malanni. È ritornato dall'estero il Vescovo e Onofrio è liquidato. (al pubblico) C'è qualcuno, qui, tra voi, che voglia guadagnarsi un bel po' di soldi facendosi mettere alla tortura al posto mio? Dove, dove sono i buscalegnate, gli scassacatene? Dove sono quelli che per tre soldi si fan sotto alle torri dei nemici, là dove qualcuno finisce trapassato da cinque o dieci colpi di lancia? Gli darò un milllEuro, io, al primo che sia disposto a salire sulla croce, ad una condizione: che venga inchiodato due volte ai piedi, due volte alle braccia. Quando sarà sistemato così, potrà chiedermi il pagamento a pronta cassa. Ma io, io, sono o non sono un disgraziato, io che non sto galoppando verso casa?

DON ADALGISO

Arriva, arriva la spesa! C'è Onofrio che fa ritorno dal supermercato.

ONOFRIO

No, Don Adalgiso! Questo cibo è arrivato per posta!

DON ADALGISO

Che c'è?

ONOFRIO

C'è che io e tu...

DON ADALGISO

Io e tu che cosa?

ONOFRIO

Siamo morti.

DON ADALGISO

E perché?

ONOFRIO

Monsignor Petrone è rientrato a Sambuca.

DON ADALGISO

Non me ne frega un tubo!

ONOFRIO

Siamo in trappola. Monsignore sta piombando come un falco sulla mandria.

DON ADALGISO

Ma chi l'ha visto?

ONOFRIO

Io, ti dico.

DON ADALGISO

Guai a me! E adesso, io, che faccio?

ONOFRIO

Accidenti, mi chiedi che cosa stai facendo? Te ne stai lì a tavola a bamboleggiarti con quella Fantasima. Hai il cervello d'un asino!

DON ADALGISO

Beh, non essere invidioso! Tu, proprio tu, l'hai visto? Sono finito, morto, se dici la verità.

ONOFRIO

Che ci guadagnerei a mentire?

DON ADALGISO

E io, adesso, che faccio?

ONOFRIO

Usa la testa. C'è una prima volta per tutto! Comanda che qui sgombrino tutto... E quello là che russa, chi è?

DON ADALGISO

È Don Malachia. Tu, Fantasimina, sveglialo.

FANTASIMINA

Don Malachia, Don Malachia! Stai dormendo? sveglia!

DON MALACHIA

Sono sveglio io. Ho sempre quest'espressione quando faccio jogging! Su, dammi da bere.

FANTASIMINA

Dall'estero è ritornato Monsignor Petrone. Stai ancora bevendo?

DON MALACHIA

No, vorrei riempire le piscine di  vino! Benvenuto al nostro Pastore!

 

DON ADALGISO

Lui sta bene,  … io sono morto e stramorto!

DON MALACHIA

Due volte morto? E come è possibile? (stordito) Scredibile! Peggio di Fantasiminina!

DON ADALGISO

Alzati, te ne prego. Su, sta arrivando il Vescovo. Che ti metti a strimpellare  la chitarra?

DON MALACHIA

No, sto accordando i miei pensieri con i tuoi! Monsignore è arrivato? Tu digli che riparta. Ma perché ci deve venire a rompere le uova nel paniere? Che frittata vuol fare? (Don Adalgiso si nasconde sotto il tavolo) Perché strisci per terra come un serpente?

DON ADALGISO

Sto brucando l'erba … anzi sto trivellando un pozzo! Mo' che faccio? Il Vescovo è qui che arriva: mi troverà ubriaco e sballato, la sacrestia piena di gaudenti e di ragazze... È inutile mettersi a scavare un pozzo mentre la gola ti brucia già dalla sete. Povero me! che cosa posso fare?

ONOFRIO

E questo invece ha reclinato il capo e se la dorme. Sveglialo!

DON ADALGISO

Ti svegli? Te l'ho detto, Monsignore tra poco sarà qui.

DON MALACHIA

Sua Eccellenza, dici? presto, a me i sandali, che io impugni la spada! Per tutte le lepri, lo faccio fuori io questo girovago! Completamente scredibile! Più vagabondo di Papa Giovanni!

DON ADALGISO

Tu mi vuoi rovinare tutto.

FANTASIMINA (a Don Malachia)

Sta' zitto, per favore. Perché non tiri su il naso, ti fai la doccia e anneghi?

ONOFRIO

Questo salame ha inghiottito del propellente liquido! Prendetelo e portatelo dentro di peso. Subito!

DON MALACHIA (trattenendosi dall'orinare)

Per tutte le osterie! Userò voi come un pitale, se non me lo date subito, un pitale.

DON ADALGISO

Sono perduto! Questo è completamente fatto! (singhiozza)

 

ONOFRIO

Perché stai singhiozzando? Su coraggio. Lo troverò io il rimedio giusto contro la tua paura.

DON ADALGISO

Non sto singhiozzando. Ho inghiottito il cercapersone e mi si è grippata l'epiglottide! Io sono una nullità. Mi sono lasciato fottere da una Fantasima! E adesso rischio di finire scaraventato in mezzo ad una strada!

ONOFRIO

Zitto. Io mi sto spremendo le meningi, per sistemare tutto. Monsignore che arriva, mica lo lascio entrare in casa, anzi, lo induco a svignarsela il più lontano possibile! Voi, basta che entriate in sacrestia e sbaracchiate tutto. E subito.

DON ADALGISO

Io dove starò?

ONOFRIO

Dove meglio ti pare. Sarai con questa (indica Fantasima) o con quella (indica Fantasimina).

FANTASIMINA

E se noi scomparissimo per magia?

ONOFRIO

No, Fantasimina, non un passo. Malgrado tutto questo pandemonio, non berrete un sorso di meno, in sacrestia.

DON ADALGISO

Ahimè, sto sudando dalla paura, io, se immagino dove ci trascineranno le tue belle ciarle. Se la montagna va da Maometto allora scappa... é una franaaaaa!!!

ONOFRIO

Ti decidi a star calmo e ad agire come ti comando?

DON ADALGISO

Mi decido. Se  in questo momento ingerissi un moscerino, avrei più cervello nello stomaco che in testa.

ONOFRIO

I germi ti evitano: non vogliono ammalarsi! Dunque: punto primo: tu, Fantasima, vattene in casa. E anche tu, Fantasimina squagliatela immediatamente.

FANTASIMINA

Hai una voce suadente come un'asma musicata! Ti saremo obbedienti tutte e due.

ONOFRIO

Così voglia il sommo Dio! (A Don Adalgiso) Apri le orecchie, tu; ecco quel che voglio sia fatto a regola d'arte. Anzitutto bada che la sacrestia sia ben chiusa; e, dentro, fate trambusto e rumori di sferragliare  .

DON ADALGISO

Sei un tilt nel flipper della mia vita! Stai tranquillo. Lo farò.

ONOFRIO

Come se, in casa, si aggirassero dei fantasmi, dei poltergeist senz'anima che cantano canzoni dolci e tristi.

DON ADALGISO

Va bene. Magari faremo volteggiare qualche oggetto nell'aria…

ONOFRIO

E nessuno si sogni di rispondere quando il Vescovo busserà alla porta. Se il nemico avanza.. mettilo in frigo!

DON ADALGISO

Nient'altro?

ONOFRIO

Sì, rumori e suoni misteriosi. Parolacce oscure e blasfeme. Datemi il telecomando elettrico. Chiuderò io la casa dal di fuori.

DON ADALGISO

Onofrio! La mia persona e le mie speranze sono nelle tue mani. Tu sei una testa d'aglio nel respiro della mia esistenza!

ONOFRIO

Tra il prete e il suo sacrista, chi è il migliore? Chi deve mettere il buono? Don Adalgiso vuole cavare le castagne dal fuoco con la zampa del gatto! ( rivolto a se stesso) Attenzione, Onofrio: mantieniti sveglio perché i piani giungano in porto sicuri e senza danni e perché non ti capiti un castigo di quelli che ti tolgono la voglia di vivere. Così io provvederò a che ritorni limpido e tranquillo tutto ciò che abbiamo intorbidato; e che nessun guaio ci caschi... Ma tu, Leopoldo, perché vieni fuori? Sì, sì, va bene. Hai obbedito a puntino.

LEOPOLDO

Don Adalgiso mi ha chiesto di supplicarti caldamente perché tu faccia il possibile per tener lontano il Vescovo e per impedirgli di entrare.

ONOFRIO

Tu digli così: io farò in modo che non osi nemmeno guardarla, la sacrestia, e che anzi tagli la corda nascondendosi il capo per la fifa. Dammela, la chiave, e rientra, e da dentro chiudi la porta. Io la chiuderò da fuori. (Il chierichetto rientra in casa.) Digli pure che venga adesso: oggi gli farò dei giochetti, a Sua Eccellenza vivo e presente, che, credo, non avrà da morto. Ora mi piazzo qui, lontano dalla porta. E da qui mi metterò a spiare tutt'intorno, così, quando il Vescovo arriverà, dal nulla usciranno poltergeist  volteggianti… correranno all'impazzata tranciando i capelli… gli stringeranno la gola quasi a soffocarlo e sul collo e sul viso gli spunteranno morsi e graffi.

 MONSIGNOR ALFIO PETRONE - ONOFRIO

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Io provo, o San Giorgio, grande riconoscenza verso di te, perché hai consentito che, sia pure a stento,  giungessi ai piedi di questa Chiesa Madre, che svetta maestosa su questi bassi Vicoli Saraceni, a memoria imperitura del trionfo dei Cristiani e della rovina dei Saraceni.

ONOFRIO

O San Giorgio, tu l'hai fatta grossa. Perché l'hai salvato dal drago musulmano!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Dopo tre anni ritorno a casa da Gerusalemme. Credo che sarò atteso bramosamente dai miei trepidanti fedeli e dai parroci della mia Diocesi.

ONOFRIO

Per tutte le gramigne inaridite, nessuno arriverebbe più gradito di colui che annunciasse che sei crepato e stecchito!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ma che è? La porta della sacrestia, in pieno giorno, è chiusa. Est modus in rebus. Ora mi metto a bussare. (Esegue.) Eh, chi c'è? Non aprite la porta?

ONOFRIO (facendosi avanti)

Che bestia è mai questo che ha osato accostarsi alla nostra Chiesa?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ma questi è Onofrio, il mio sacrista.

ONOFRIO

O Monsignor Alfio! o Petrone! Non l'avevo riconosciuta!. Sono felice che lei sia arrivato sano e salvo. É stato sempre bene? (s'inchina a baciargli l'anello di ametista) Ma ha uno splendido anello nuovo! Baciamo le mani!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ma che dici! Ho solo lavato il braccialetto e mi si è ristretto! Sin qui, sì, come vedi…. l'ametista mi ha protetto da malefici e stregonerie…

ONOFRIO

Magnifico. Spero risulti efficace anche contro i fantasmi…

MONSIGNOR ALFIO PETRONE ( la pendola suona l'una, un rumore metallico sempre più vicino si fa sentire; passi pesanti )

Che fantasmi d'Egitto? Non esistono i fantasmi. I loro lugubri gemiti sono solo dei soffi di venti tra le fronde degli alberi. Siete diventati tutti matti qui? O mi prendi per un perfetto idiota?

 

ONOFRIO

Monsignore, nessuno è perfetto! Ciascuno di noi nasconde un fantasma dentro di sé.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Perché vi aggirate qui fuori come spettri vaganti? In sacrestia non c'è nessuno che stia a far la guardia e a rispondere. Li ho quasi scassati, i due battenti, bussando coi piedi.

ONOFRIO

Oh! I fantasmi attraversano porte e muri, quasi diafane fotografie, impresse nella coscienza della pellicola spazio - temporale. Questa dimora dell'oblio, l' ha forse toccata?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

L' ho toccata sì, ti dico, ed ho bussato. Ma non m' ha risposto nessuno spirito. I Fantasmi sono pure allucinazioni, che esistono solo nella  mente di chi li vede.

ONOFRIO (si sente un tintinnare di catene)

Oh! Si sbaglia, Monsignore. Questa è la Chiesa dell'oblio.(con tono cospiratorio) Dentro c'è una Fantasima diversa, metà donna e metà animale. Vive da sola al buio. E’ crudele, violenta, cattiva. Ma è anche pura perché non è corrotta da nulla. Quando conosce un amore è la sua fine. Diventa debole. Il suo mondo crolla, il suo mistero è svelato e lei non ha più ragione d’esistere.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE ( una folata di vento fa frusciare le foglie secche)

Che c'è? Che farfugli? Non esistono gli sdoppiamenti telepatici.

ONOFRIO

Alcuni di questi Fantasmi sono Stay-behinds, spiriti rimasti indietro perché deceduti di morte violenta. Capperi, ha fatto male a toccare la porta! Cosa dice una mosca davanti a un cancello?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (si sente uno scricchiolio di rami)

Che storia è questa? Che mosca d'Egitto?

ONOFRIO

Che guaio ha combinato, che disastro: roba da non dire! Cosa fa un chicco di caffè sotto la doccia?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ma cosa mai farnetichi? La tua presenza mi fa desiderare la tua assenza.

ONOFRIO

Scappi, la prego! Via dai paraggi di questa Chiesa, fugga! venga vicino a me. L'ha toccata, la porta? Non ha avvertito una sensazione di freddo e pesantezza? Quasi un ristagno d'energia?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

L'aria è umida e odora di muffa stantia. Certo. L' ho toccata. Come potevo bussare senza toccarla?

 

ONOFRIO

Ahimè, lei ha ucciso! Ha ucciso uno spirito saraceno incatenato nella dimensione terrestre.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Chi avrei ucciso? Come si può uccidere un morto?

ONOFRIO

Tutti i suoi parenti ha ucciso l'oblio! In questa Chiesa, per la diabolica volontà dei fantasmi saraceni, i preti dimenticano Dio, il povero sacrista trascura i propri doveri religiosi e lei stesso, partito per la Terra Santa, rischia di essere dimenticato da tutti noi…

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Per questo presagio, che Dio ti faccia...sentire la forza del suo perdono! Dimenticare è quasi  morire, sciogliersi inconsapevoli da se stessi… nessuno può sentirsi vitale se non vive nella coscienza di qualcuno..

ONOFRIO ( si sentono vocine leggere, sospiri, gemiti)

Temo forte che lei e tutti questi chierichetti non riuscirete mai a purificarvi. É un fantasma leggero come una nuvola, ma ostinato come un mulo: per convincerlo ad andare verso la luce, bisogna purificare la sacrestia, lavare pavimenti e vetri, spolverare i tappeti, pulire a fondo, bruciare una mistura di sale marino e alcool e spargere sale in circolo attorno alla stanza lasciando un piccolo varco in corrispondenza di una finestra o di una porta per permettergli di uscire

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (visibilmente stravolto, ostentando incredulità)

Ma che seccume d'oliva mi vuoi fare inghiottire?

ONOFRIO (indicando i chierichetti di Monsignor Alfio Petrone)

Ehi, ehi, gli comandi, a quei due, che si scostino di là. Cosa fanno appiccicati come uno sputo su una scala? Fantasima è molto triste. Piange nei bassifondi dei cunicoli delle antiche cave di pietre. Mentre singhiozza sciorina la sua maledizione. Ella potrà riposare solo quando un ragazzo biondo la aiuterà a far fiorire il mandorlo.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (turbato)

Voi, allontanatevi di là. Chi sputa in cielo in faccia torna.

ONOFRIO

Non toccatela, la sacrestia. Toccate invece la terra, anche voi. Ecco, accendiamo questa candela (tira fuori dalla tasca una candela e l'accende) facciamo suonare una campana dal suono profondo (si odono dei rintocchi) inginocchiamoci (tutti si inginocchiano) e imploriamo gli spiriti guida che assistono il passaggio delle anime dalla terra al cielo affinché aiutino anche queste fantasime in transito

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (come ipnotizzato)

Imploriamo!…Imploriamo!…(riscotendosi) Ma che accidenti mi fai fare? Con i fantasmi la cosa peggiore è mostrare paura; è proprio questo sentimento che li lega a noi e rende difficile il loro allontanamento. Compassione, dunque, pietà, amore sono i mezzi più potenti per convincere questi esseri ad andare verso la luce. Perché non ti degni di chiarirmi meglio questa faccenda?

ONOFRIO (si sentono sussurri deboli ed imploranti)

Il fatto è che da sette mesi nessuno mette piede in questa sacrestia, da quando noi l'abbiamo abbandonata. E come disse il paracadute al paracadutista …. non so se mi spiego!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E perché? Sbottonati. Tanto perdi sempre i tuoi bottoni!

ONOFRIO (si sente una musica new age; dalla casa fuoriesce del fumo)

Che  musica spettrale! Odori questo profumo di violette di Fantasima! ( annusando) Qui bisogna guardarsi intorno. Non ci sarà qualcuno che ascolta le nostre parole?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (si guarda intorno con circospezione)

Tutto è tranquillo. Sento solo un immenso vuoto spirituale. Una solitudine categorica.  Senza attesa di redenzione.

ONOFRIO (si sente un miagolio)

Ecco, è il gatto fantasma accoccolato in sacrestia. Guardi ancora. Più in profondità alla sua coscienza.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (si sentono gridi acuti e sottili)

No, non c'è un'anima viva. Anzi sento squittire un topo.

ONOFRIO

È il ratto sacro dell'Emiro Zabut, che ritorna come il fantasma di un poeta. Qui c'è stato un delitto capitale: una strage di innocenti!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Cosa? Non ci capisco nulla.

ONOFRIO

Potrebbe uscire di senno e nessuno noterebbe la differenza! Un delitto, le dico, commesso secoli addietro, una carneficina vecchia e antica.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Antica?

ONOFRIO

Sì, però noi lo abbiamo scoperto solo adesso.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Per favore! Che delitto? Che strage? E chi l'ha compiuto?

ONOFRIO

Fede insanguinò Fede. Ospite uccise ospite, con le sue mani.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

L'ha ucciso?

ONOFRIO

E ha sottratto il suo tesoro. E qui, proprio nei sotterranei della Chiesa, ha sotterrato l'ospite.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E per quali motivi tu  sospetti tutto questo?

ONOFRIO

Una volta il suo parroco aveva cenato fuori e, quando rientrò, andammo tutti a dormire, e ci assopimmo. Io, per caso, mi ero scordato di spegnere la lucerna. E d'improvviso lui lancia un altissimo grido.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Chi? Don Adalgiso?

ONOFRIO (si sentono sinistri cigolii)

 Una Fantasima è venuta a visitarlo in sogno e si è insinuata come una biscia nel suo letto!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (preoccupato)

Meno male che non era un pitone!

ONOFRIO

Quella Fantasima gli parlò in questo modo...

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Nel sogno?

ONOFRIO

Strano, eh, che non abbia parlato ad uno sveglio, lei che era stato uccisa già da  mille anni! A volte lei mi sembra proprio con la testa in Cielo … a svolazzare tra gli Angeli!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Forse è meglio se sto zitto… ci faccio più figura!

ONOFRIO

Gli disse: "Io sono Milù, l'ospite Saracina d'oltremare. Qui abito io. Questa è la casa che mi fu data. Sulle rive dell'Inferno, Belzebù non ha voluto accogliermi perché prematura fu la mia morte. La mia fiducia fu tradita, l'ospite che qui mi uccise, di nascosto mi sotterrò, in questa casa, senza funebri onori. Per il mio tesoro, quell'infame! Ora tu vattene da qui, maledetta è questa Chiesa, abitarvi è condannarsi all'oblio". Non mi basterebbe un anno per raccontarvi quali prodigi avvengano lì dentro...

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (si sente cigolare una porta)

Ssst!

 

ONOFRIO

Per tutti i cetrioli, Monsignore, cosa sta succedendo?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (teso)

La porta ha cigolato! Perché non la chiudi bene?

ONOFRIO

C'è una zanzara che soffre di claustrofobia! Ha bussato lei, la Principessa Saracina! Quella strega è capace di far saltare i sassi come ranocchie e di trasformare l'acqua in fuoco!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (dall'interno si odono schiamazzi e risate sataniche).

Mi s'è gelato il sangue nelle vene. Ipse dixit.Vivo mi chiamano i Fantasmi nell'Inferno! Perché non spegni la luce?

ONOFRIO

Cercavo di catturare una falena assassina! (rivolto al pubblico) Sono fottuto! Quelli là mi rovinano la favola. Ho paura che il Vescovo mi colga in castagna!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Che cosa stai farfugliando tra te e  te?

ONOFRIO (crescono il cigolio della porta ed il tintinnio di catene; si odono un soffio ed un fischio)

Non sente il respiro affannoso dei fantasmi? Via dalla porta, la supplico, scappi!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Scappare dove? Perché non scappi anche tu?

ONOFRIO

Non ho paura, io. C'è pace tra me e i morti.

(Voce femminile  dal di dentro) Ehi, Onofrio!

ONOFRIO

Non mi chiamare, tu Fantasima …che tanto io non ti rispondo! Non ho fatto nulla, io. Mica ho bussato alla porta ... Ti prego ... vattene!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

... cos'è che ti agita, Onofrio? Con chi stai bisbigliando? Perché non mi ascolti?

ONOFRIO

Sto ascoltando. Non vede come sbadiglio? Ma allora era lei che mi chiamava? Che Dio mi protegga! credevo che fosse il soffio angosciato della Fantasima Saracina. Ma lei sta ancora lì? Perché si rosicchia le unghia?

 

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (colto in fragrante)

Hanno un gusto migliore delle merendine e mi affilano i denti!

ONOFRIO

Non si volti indietro! scappi e si nasconda la testa.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Perché non scappi tu?

ONOFRIO

Io ho fatto la pace con i Fantasmi Saraceni.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (accennando alla fuga)

Capisco. Ma allora perché avevi tanta paura poco fa?

ONOFRIO

Non badi a me, le dico. A me stesso ci penso io. (La scena è attraversata lentamente da una Fantasima bianca, nebulosa, fosforescente, illuminata da dentro, con un cappuccio ed un sottogola bianco). Lei, già che ha cominciato, scappi alla maniera di chi scappa e prega i Santi del Paradiso.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

San Giorgio, ti prego, tira fuori il tuo spadone! (Esce correndo.) Onofrio, ave! Mors tua vita mea!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ATTO III

 

 

CERBERO SPACCIATORE - ONOFRIO - MONSIGNOR ALFIO PETRONE

CERBERO SPACCIATORE (indossa jeans sgualciti; piercing al naso, nelle orecchie e sulla punta della lingua; tra sé; passeggia nervosamente)

Non l'avevo mai visto, io, un anno dannato come questo per chi spaccia droga. Per tutto il giorno, da mattina a sera, me ne sto in piazza, a bighellonare e non riesco a fare un occhio a una pupa!

ONOFRIO

Io adesso sono fottuto una volta per sempre. Arriva Cerbero, lo spacciatore che ci ha anticipato l'erba ed il vino…e vuole  i suoi Euro! Qui si scoperchia tutto se non gioco d'anticipo, in modo che il Vescovo non venga a sapere. Gli vado incontro. (Vede che Monsignor Alfio Petrone sta arrivando.) E questo qui, perché mai se ne torna così presto verso casa? Ho paura che abbia sentito qualcosa sulla faccenda. L'abbordo e lo chiamo... Povero me, che fifa! Non c'è nulla di peggio di una coscienza sporca. E così mi tormenta... Sia come sia, continuerò ad intorbidare le acque, lo esige la situazione. (A Monsignor Alfio Petrone) Da dove arriva?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ho incontrato quel tale che ci ha venduto questa sacrestia.

ONOFRIO

E di ciò che le ho detto sui Fantasmi, mica gli avrà fatto parola?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (soddisfatto)

Per Dio, tutto gli ho detto, tutto!

ONOFRIO (costernato)

Parla tanto che ha la lingua ustionata. Povero me!( al pubblico) I miei trucchi, ho paura che siano finiti per sempre.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Che cosa stai rimuginando fra di te?

ONOFRIO

Niente... Ma lei, per favore, parli: gli ha svuotato tutto il sacco?...

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Certo che glielo ho detto. Melius abundare quam deficere! Tutto quanto!

 

ONOFRIO

E lui, per la Principessa Saracina, confessa?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Macché. Quello nega decisamente. Non ha mai visto nessuna Fantasima Saracina.

ONOFRIO

È possibile. Una volta Fantasima si è trasformata in una gallina bianca, con penne e piume in tutto il corpo.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E le uova di che colore erano?

ONOFRIO

Rossicce.  Don Adalgiso le usava per preparare frittate deliziose.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (sbalordito)

Incredibile!

ONOFRIO

Un mattino Fantasima spuntò con la pelle grigiastra e rugosa come il guscio di una noce.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E Don Adalgiso? Ha mangiato anche la noce?

ONOFRIO

Stava per addentarla. Ma divenne improvvisamente di pietra… dalla testa ai piedi!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Di pietra vera?

ONOFRIO

Di granito. Una deliziosa statua per appenderci gli ombrelli.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (sbigottito)

Per l'Arcangelo Gabriele!

ONOFRIO

Fantasima ha i capelli finti. In realtà è calva come un uovo.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Che schifo! Assurdo! Orribile! Ripugnante! E adesso, secondo te, che cosa bisogna fare?

 

ONOFRIO

Che fare? La supplico per tutte le cicorie, scelga un giudice, d'intesa con quello. Ma badi di sceglierne uno che mi presti fede. Vincerà facile facile, come una volpe che si sbafa una pera.

CERBERO SPACCIATORE (tra sé)

Eccolo là il sacrista di Don Adalgiso. Ma sì, è Onofrio. Quelli lì non mi sganciano né il capitale né gli interessi.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (a Onofrio)

Ma tu dove vai?

ONOFRIO

Niente, non me ne vado in nessun posto. (Tra sé) Guarda come sono sfortunato, disgraziato, venuto al mondo in odio a tutti i Santi. Quel Cerbero mi abborderà subito, in presenza del Vescovo. Sì, sono proprio sfortunato, mi danno addosso da una parte e dell'altra. Ma io prendo l'iniziativa.

CERBERO SPACCIATORE

Sta venendo verso di me. Sono salvo. C'è speranza per i miei Euro!

ONOFRIO

Si illude, lui! Ma non ne ha motivo. (Forte) Cerbero, sei tu?

CERBERO SPACCIATORE

Non lo so. Chiedilo alla mamma!. E gli Euro?

ONOFRIO

Vattene, sanguisuga. Manco arrivi e già mi tiri una stoccata.

CERBERO SPACCIATORE (agli spettatori)

Di sicuro questo qui è al verde.

ONOFRIO

Di sicuro questo qui è un indovino.

CERBERO SPACCIATORE

Perché non li lasci perdere questi sporchi trucchi?

ONOFRIO

Perché sei così pestifero?

CERBERO SPACCIATORE

Puro talento! La colpa è di mia madre: aveva finito i pesticidi!

 

ONOFRIO

Tu piombi inaspettato come un cavolo a merenda.

CERBERO SPACCIATORE

Perché? Che succede?

ONOFRIO

Un casino del Diavolo: Fantasmi Saraceni e pastori all'assalto della Chiesa Madre!

CERBERO SPACCIATORE

Me ne fotto! Perché non mi si pagano gli Euro che avanzo?

ONOFRIO

Canta pure che hai una bella voce. Più gracchi come una cornacchia spelacchiata e più ti cucini chiodi! (Cerbero gli strappa i capelli) Perché mi tiri i capelli?

CERBERO SPACCIATORE

Mi sembravano capelli in salsa di lepre!

ONOFRIO

Ma fammi il favore di toglierti dai piedi!

CERBERO SPACCIATORE

Io andarmene?

ONOFRIO

Prima che ti offra un the avvelenato! Poi, magari, a mezzogiorno, ritorni.

CERBERO SPACCIATORE

Me ne sono già andato. Stai vedendo il mio doppio.

ONOFRIO

Sparisci! Dileguati come un rapace notturno!

CERBERO SPACCIATORE

E perché? Perché dovrei andare avanti e indietro? Perché questo tira e molla? Non è meglio se resto qui sino a mezzogiorno? Ho cambiato idea.

ONOFRIO

Perché non cambi anche il pannolino? Vattene a casa. Per tutti gli spinaci, parlo sul serio: vagabonda verso casa tua, vampiro! Vai a vendere morte altrove!

CERBERO SPACCIATORE

Voglio i miei Euro e gli interessi, io. Pagatemi. Perché menate il can per l'aia?

ONOFRIO

Bene, per tutti i demoni, li avrai!  ma bada...! Per ora, vattene subito. Dammi retta, se non vuoi sentire il lezzo del lucignolo! Altrimenti chiamo gli sbirri!

CERBERO SPACCIATORE

Ed io mi metterò a gridare il  nome di don Adalgiso!

ONOFRIO

Bene, coraggio! Urla pure. Così il Maresciallo accorrerà da solo!

CERBERO SPACCIATORE

Reclamo il mio. Son già molti giorni che mi pigliate per il naso. Sono molesto? Datemi la grana e me ne andrò. Con un gesto solo puoi evitare tutte le diatribe.

ONOFRIO

Che pretendi, tu, vergogna del genere umano? Sei venuto qui a fare il gradasso? Don Adalgiso non dà niente, non ti deve niente.

CERBERO SPACCIATORE

Non deve? Non sono venuto qui per essere insultato.

ONOFRIO

Davvero? E di solito dove vai? Tu, di qui, non puoi portar via nemmeno la punta di una spiga. O che hai paura che lui se ne vada via dalla città, come un esule, per causa dei tuoi interessi da becchino? Accontentati di recuperare la sorte principale.

CERBERO SPACCIATORE

No, non mi basta solo il capitale. Dovete pagarmi, prima di tutto, gli interessi.

ONOFRIO

Non fare lo scocciatore. Nessuno paga. Arrangiati come credi. Credi di essere il solo che vende droga ad interesse? La nostra società è zeppa di strozzini in doppiopetto, che si mascherano da filantropi umanitari!

CERBERO SPACCIATORE

Dammi gli interessi, pagami gli interessi, sborsami gli interessi. Me li pagate sull'unghia gli interessi? Mi si sganciano gli interessi?

ONOFRIO

Interessi qui, interessi lì. Non sa dire altro che "interessi". Fuori dai piedi! Non l' ho mai visto un Cerbero più sozzo, vorace e  lurido di te. (si guarda la mano destra) Ho una scheggia di legno nel dito.

CERBERO SPACCIATORE

È perché continui a grattarti la testa! Non crederti che con queste insolenze mi fai venire il batticuore!

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (al pubblico)

Scotta la faccenda. Anche da lontano!  puzza terribilmente di bruciato. Che razza di interessi, mi chiedo, sono quelli che vuole?

ONOFRIO

Ecco Monsignore: è arrivato dall'estero da poco. Ti pagherà lui, interessi e capitale. Tu non provarci più a mettermi nei guai. (Tra sé, mentre Cerbero spacciatore va verso Monsignor Alfio Petrone) Guarda un po' se perde tempo.

CERBERO SPACCIATORE (tra sé)

Se sborsa qualcosa, io non dico di no.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (rivolgendosi a Onofrio)

Questo qui, chi è? Che cosa reclama? Perché tira in ballo il mio Don Adalgiso e a te, che sei qui, fa una scenata? Che cosa gli è dovuto?

ONOFRIO

Per  tutte le lattughe, la supplico: dia ordine che gli buttino in faccia gli Euro, a questo bestione.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Dar ordine?

ONOFRIO

Sì, di prenderlo a schiaffi. Col denaro.

CERBERO SPACCIATORE

Schiaffi? Li prendo subito, gli schiaffi d'argento.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Di che somma parla?

ONOFRIO

È... la piccola somma che Don Adalgiso gli deve.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Piccola quanto?

ONOFRIO

Sui quattromila Euro. Non creda che sia molto… per lei!

CERBERO SPACCIATORE

È veramente poco… neanche un fegatino di pollo!

ONOFRIO

Ha sentito? Per tutte le indivie, non le sembra, di grazia, il tipo giusto per fare la sanguisuga, la peggior genia che esista?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Chi sia, da dove venga, a me non interessa. Una cosa voglio che tu mi dica, una cosa mi preme di sapere. A Don Adalgiso ha fatto un prestito a interessi?

ONOFRIO

In un certo senso… gli dica che pagherà, così lui si toglie dai piedi.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Debbo promettergli che pagherò?

ONOFRIO

Deve.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Io? Che razza di merlo ti sembro?

ONOFRIO

Non saprei…. Quali altre razze ci sono? Glielo dica  e basta. Mi dia retta. Via, glielo prometta, la supplico io.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ma tu dimmi: che ne avete fatto del denaro?

ONOFRIO

È al sicuro, quello … scorre tutto nelle vene!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Quod factum, factum est. Se è al sicuro, pagate voi il debito.

ONOFRIO

Il suo parroco ha comperato una roba…. Sfiziosa!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Una roba… sfiziosa … Chi? …. Come?…. sfiziosa ed utile?

ONOFRIO

Una roba… sfiziosa … senza dubbio. Utile? Dipende dai punti di vista!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Evviva! Vescovizza il mio Don Adalgiso! Fa già l'uomo d'affari. Ma dimmi: una roba…?

ONOFRIO

Una roba, ripeto. Ma lei lo capisce che razza di  roba?

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Come potrei saperlo?

ONOFRIO

Non mi chieda niente.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Perché mai? Guardami negli occhi quando ti parlo!

ONOFRIO

Preferisco di no. Ho già i miei problemi! (concentrandosi) È uno spleen …lo splendore fatto roba!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Per tutte le parrocchie, bel colpo. Quanto ci ha investito?

ONOFRIO

Due MilEuro, quanti siamo lei e io. Ma di caparra ha già dato quattromila Euro. Le abbiamo prese da costui e date a quello. Ne sa abbastanza? Poiché questa roba (indica la sacrestia) era nello stato che le ho detto, lui subito ne ha comprato un'altra (indica una casa adiacente) .

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Bene ha fatto … mi pare roba buona!

CERBERO SPACCIATORE (tra sé)

Ohi! Mezzogiorno sta arrivando e non ho recuperato manco un Euro per farci un panino!

ONOFRIO (a Monsignor Alfio Petrone)

La prego, lo paghi! che non ci faccia crepare col vomito delle sue ingiurie! Gli spettano quattromilaquattrocento Euro, tra capitale e interessi.

CERBERO SPACCIATORE

È proprio così. Non chiedo un Euro di più.

ONOFRIO

Vorrei vedere che chiedesse un centesimo di più, questa faccia di culo!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (a Cerbero spacciatore)

Giovanotto, venga a trattare con me.

CERBERO SPACCIATORE

E ché riscuoto da lei? Vuol anche lei …(accennando ad aprire un sacchetto di cuoio) un po’ di roba?

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (bloccandolo)

No! Assolutamente! La roba che hai venduto a don Adalgiso basta ed avanza per tutti! Riscuoterai domani. Semel in anno licet insanire.

CERBERO SPACCIATORE (visibilmente deluso)

Me ne vado. Ne avrò abbastanza se domani avrò. (Si allontana.)

ONOFRIO

Che San Giovanni Battista gli mandi un fulmine che lo secchi istantaneamente! I miei piani, per un pelo me li rovinava. (A Monsignor Alfio Petrone) Per tutti i cavoli fioriti! Non c'è niente di peggio della maledetta razza strozzinesca!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

In che zona sta la roba che mio figlio ha comperato?

ONOFRIO (tra sé)

Adesso sono proprio spacciato!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Rispondi o no a quel che ti chiedo?

ONOFRIO

Rispondo … rispondo …Io punto sempre alla verità. Mi sto sfirniciando  che nome abbia mai ...

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Non sei un gran tiratore, vero? Avanti, sforzati, su.

ONOFRIO (tra sé)

Che combino adesso? E se la buttassi sul nostro vicino? E se dicessi ... che Don Adalgiso ha comprato questa roba per lui? Una menzogna servita bella calda, dicono che è la migliore. Quel che suggeriscono i Santi, bisogna dirlo.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E allora? Hai trovato?

ONOFRIO (tra sé)

Accidenti a lui! no, a questo qui! (Forte) Il suo parroco ha comprato la roba di  un vicino…

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Secondo buona fede?

ONOFRIO

Buona fede sì, se lei la vorrai pagare. Se non vuol pagare, invece … l'ha comprata in mala fede!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (guarda attentamente l'edificio)

La roba che ha comprato non mi pare pregiata.

ONOFRIO

Pregiatissima, invece.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ho proprio voglia di vederla dall'interno, questa roba. Tu bussa alla porta e chiama qualcuno, Onofrio.

ONOFRIO (tra sé)

Non mi viene in mente cosa dire. È la forza travolgente dell'Oblio che ritorna. Sono riportato dalle onde contro gli scogli!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E allora? Svelto, fa' venir fuori qualcuno. Digli che ce la faccia visitare.

ONOFRIO

Ma lei sa… qui ci sono delle donne; occorre prudenza; bisogna prima vedere se sono disposte o no.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Dici una cosa giusta. Bussa e chiedi. Io aspetterò qui fuori che tu esca.

ONOFRIO (tra sé)

Vecchio, che i Santi ti radano al suolo! In questo modo stai sabotando i miei piani... Ma bene, benissimo, ecco che esce di casa Biagio, il padrone. Mi metto in disparte, qui, e intanto convoco nella mia testa il Senato delle mie pensate. Poi, quando avrò trovato il cosafare, gli andrò incontro.

 

BIAGIO -  ONOFRIO - MONSIGNOR ALFIO PETRONE

BIAGIO (tra sé)

Mai mi era capitato, in casa mia, un anno migliore di questo. Né mai una mangiata mi è piaciuta di più. Mia moglie mi ha servito un pranzo delizioso. E adesso mi vuole infilare sotto le coperte. Non ci penso neppure! L'ho capito subito, io, perché mi serviva un pranzo migliore del solito. Voleva portarmi a letto, la vecchia! "Il sonno, dopopranzo, ti fa bene..., vieni a fare un pisolino, tesoruccio mio!" Via, via! Sono scappato di casa di nascosto. So bene, adesso, che mia moglie, in casa, scoppia dalla rabbia e dalla voglia!

ONOFRIO (tra sé)

Stasera, a questo vecchio, gli si prepara una brutta sera. A cena, come a letto, gli andrà male.

BIAGIO

Più vado rimuginando fra di me, più mi persuado che uno, se ha una moglie vecchia e con la grana, mica ci ha voglia di coricarsi, anzi ha in odio l'idea di andare a letto. Così io, adesso, so bene quel che debbo fare. Meglio andare al Circolo Operai che infilarmi nel mio letto. (Al pubblico) Per tutti gli scorpioni, io non so mica come vi trattino le vostre mogli, ma so bene una cosa: la mia mi spreme come un limone e mi soffoca. In futuro mi verrà un'asfissia!

 

ONOFRIO

Vecchio mio, se pagherai cara questa fuga, mica potrai dar colpa ai Santi del Paradiso! eh no, potrai dar la colpa solo a te stesso, con ogni ragione. Ma è venuto il momento di parlargli, al vecchio. Toccato! Sì, ho pensato a come raggirarlo, e come allontanar da me il duolo col dolo. Ora vado. (Forte) Biagio! Che i Santi ti coprano di doni!

BIAGIO

Onofrio, ti saluto.

ONOFRIO

Come stai?

BIAGIO

Non male. E tu, che fai?

ONOFRIO

Sto stringendo la mano a un uomo eccellente.

BIAGIO

Mi lodi come fa un amico.

ONOFRIO

Mi pare giusto.

BIAGIO

Per tutte le lucertole, io stringo la mano a un sacrestano disonorato!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Tu, mascalzone, ritorna qui.

ONOFRIO

Arrivo subito.

(sulla scena transitano tre Fantasime, avvolte in un lenzuolo bianco, che sprigionano una luce psichedelica dall'interno).

BIAGIO

E ora? Quanto durerà?

ONOFRIO

Che cosa?

BIAGIO

La cosa che suole avvenire là dentro...

ONOFRIO

Ma cosa?

BIAGIO

Lo sai di cosa parlo. Bisogna fare proprio così, al modo tuo .... Pensa quanto sia breve la vita.

ONOFRIO

Ah sì? Ah, ci sono arrivato. Tu parli dei nostri fantasmi!

BIAGIO

Per tutti i cobra! voi sì che vivete come gioventù comanda! Vino, pietanze, pesce fino … roba di prima scelta! Ve la passate bene!

ONOFRIO

Non più. Prima la vita era vita. Adesso, per noi, la pacchia è finita.

BIAGIO

Perché?

ONOFRIO

O Biagio, noi siamo già morti, tutti quanti!

BIAGIO

Perché mai? Sinora tutto vi è andato a gonfie vele.

ONOFRIO

Ma sì, non lo nego, è andata come dici tu; e noi certamente siamo vissuti alla grande, come ci piaceva. Ma ora, Biagio, il vento che spingeva la nave è caduto … e i Fantasmi Saraceni sono riemersi dai cunicoli!

BIAGIO

E perché? E percome?

ONOFRIO

Nel percome peggiore. Ogni notte dilatano le loro pupille di fuoco e di ghiaccio. Sputano la loro saliva blu sui bambini e li trasformano in hot dog,  in fagiani.

BIAGIO

Ma la benedizione del Cardinale Ruffino alla Chiesa Madre non aveva ricacciato i fantasmi nell'oblio dei sotterranei?

ONOFRIO

Ahimè! I maschi … ma con le femmine non ce la fa neanche la benedizione papale! A notte … (in tono confidenziale) quando fa buio, riaffiorano dai pozzi della memoria e si incamminano sui loro piedi senza vita, a forma quadrata!

BIAGIO (visibilmente scosso)

Perché? In che modo?

ONOFRIO

(al pubblico) Povero me! Se non attivo tutta la mia immaginazione creativa, sono finito! Chi sfamerà la mia vecchiaia? ( A Biagio) Si vendicano tentando i preti della Matrice! Li spingono alle orge…alle canne… alle sniffate … ai buchi! 

BIAGIO

In quali canneti? … In quali buchi pertugi è il loro quartiere generale?

ONOFRIO

La Fantasima Saracina sta facendo uscire di sentimento Don Adalgiso e Fantasimina ha fatto sbiellare Don Malachia, attorcigliandoci al braccio un serpentello verde splendente!.

BIAGIO (smarrito)

Io non conosco questi buchi sniffati, né i serpentelli tentatori. Ma, adesso, che cosa succede? Che cosa ti angoscia?

ONOFRIO

 Dall'estero è ritornato Monsignor Petrone.

BIAGIO

Accidenti! Il Vescovo è un fiutafantasmi! E allora si annuncia ... l'ergastolo! … e poi la croce!

ONOFRIO

Per le ginocchia tue,  ti prego, non far parola di canne e sniffate con il mio Vescovo!

BIAGIO

Stai tranquillo. Da me non saprà nulla… (al pubblico)  anche perché ci ho capito quasi nulla!

Ma dimmi, il vostro Vescovo ha già fiutato qualcosina?

ONOFRIO

Nulla di nulla!

BIAGIO

Don Adalgiso, lo ha forse strapazzato?

ONOFRIO

C'è il sereno. Nemmeno una nuvola in cielo! Ora mi ha comandato di chiederti se gli consenti di dare un'occhiata alla tua casa.

BIAGIO

Ma non è in vendita.

ONOFRIO

Lo so bene. Ma il Vescovo, nella sacrestia sua, vuol fare costruire un club, con bagni, ambulacro e portico.

BIAGIO

Che cosa si è sognato?

ONOFRIO

 Ha molta fretta di modernizzare i suoi locali. Ha sentito di un certo architetto che lodava la tua casa, edificata a regola d'arte, perciò vuole prenderla a modello, se la cosa non ti spiace. Ha sentito che da te, anche nei giorni più caldi dell'estate, per tutta la giornata c'è una bellissima ombra ristoratrice.

BIAGIO

Macché! Ma quando mai! Quando c'è ombra da ogni parte, qui il sole picchia da mattina a sera. Sta sempre lì, davanti alla porta, come un creditore che sollecita. Non c'è ombra di un'ombra, qui, se non in fondo al pozzo.

ONOFRIO

Cosa? Non hai ombra? Ce l'hai almeno un'umbra? Una di Monte Adranone?

BIAGIO

Non scocciare! La mia casa è fresca come un forno crematoio!

ONOFRIO

Ma lui vuol guardare lo stesso.

BIAGIO

E guardi, se ne ha voglia. Se ci sarà qualcosa che gli garba, se la faccia costruire sul mio esempio.

ONOFRIO

Allora vado a chiamarlo?

BIAGIO

Va' e chiamalo.

ONOFRIO (tra sé, mentre si avvia verso Monsignor Alfio Petrone)

Rommel e Che Guevara? Dicono che compirono grandi imprese, quei due. E io, che sono il terzo, e che da solo compio gesta immortali? Questo qui (guarda verso Biagio) porta la sella, e anche l'altro vecchio ci ha la sua bardatura! Mica male questo nuovo mestiere che ho intrapreso. I mulattieri mettono il sellino ai muli, io agli uomini. È gente da carichi pesanti! porta tutto quello che gli metti addosso. E ora, non so se debbo parlargli, a questo. Gli andrò incontro. (Forte) Ehi, Monsignor Alfio Petrone!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Chi è che mi chiama?

 

ONOFRIO

Un sacrista che al Vescovo suo è fedele in tutte le maniere, in tutte le ore ed in tutti gli istanti!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Da dove esci?

ONOFRIO

Mi aveva dato un incarico? E io le porto il risultato.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Perché ti sei trattenuto là così a lungo?

ONOFRIO

Era occupato, il vecchio. Ho dovuto aspettare.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ce l'hai sempre quel pervertimento di far  tardi.

ONOFRIO

Soffiare e sorbire insieme non è facile! Non potevo essere là e qua nel medesimo tempo.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E ora?

ONOFRIO

Vada, guardi, osservi … la roba… sin che le pare.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Avanti, fammi da guida. Non vorrei inciampare in qualche Fantasima.

ONOFRIO (si sente un crescente sferragliare; il Vescovo esita)

Si faccia coraggio che io …tremo!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ti seguo… ad occhi aperti!

ONOFRIO

Eccolo là il vecchio che la aspetta dinanzi alla porta. Ma come è triste per aver venduto la roba!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Vuole pure la consolazione?

ONOFRIO

Mi prega perché convinca Don Adalgiso a rivendergliela.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Niente da fare! Ciascuno miete per se stesso. Se l'avessimo comprata rimettendoci, mica potremmo dargliela indietro. Quando c'è un guadagno, è bene portarselo a casa. A preti e a vescovi ... non si addice la beneficenza!

ONOFRIO

al pubblico ) Lo sappiamo bene: a Vescovi, monaci e parroci, vedetegli la messa e spezzatigli le reni! (al Vescovo)  Ma lei vada piano... non si perda in chiacchiere. Mi segua.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (si sentono risate e gridolini)

 Sono sulle tue orme! Non lasciarmi solo con le mie paure!

ONOFRIO

Il vecchio, eccolo là. (A Biagio) Ecco, ti ho portato il pezzo da novanta che sai.

BIAGIO

Sono felice, Monsignor Alfio Petrone, che lei sia ritornato dal Medio Oriente sano e salvo.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Che i Santi del Paradiso ti concedano tutto quello che desidera il tuo cuore!

BIAGIO

Onofrio mi diceva che lei vuole visitare questa casa.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Se non disturbo troppo.

BIAGIO

Nessun disturbo. Entri pure e guardi.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Le donne, però...

BIAGIO

Non ci faccia caso, alle donne. Giri per la casa come crede … come se fosse sua.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

"Come se"?

ONOFRIO

Attento a non ricordargli, nella tristezza in cui si ritrova, che ha perduto la sua casa. Non glielo legge in faccia come è depresso, il vecchio?

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Mi pare di sì.

ONOFRIO

E dunque Sua Eminenza non mostri di compiacersi troppo. Non faccia cenno che ha comprato.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Capisco. Non inquietare il cane che dorme. Sì, credo proprio che tu mi dia un consiglio prudente e saggio. E penso che tu sia di buoni sentimenti.

BIAGIO

Entri, su, e guardi con calma … come le piace.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (diffidente)

Penso proprio che tu sia troppo gentile.

BIAGIO

Voglio essere tale, per tutte le code di serpenti! Desidera che qualcuno la introduca?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (diffidente)

Proprio no, non mi piace che qualcuno mi introduca. Comunque vada … meglio perdermi che farmi infilare da qualcuno!

ONOFRIO

Vede come sono l'ingresso e il corridoio?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Per tutte le processioni, proprio splendidi!

ONOFRIO

Guardi, guardi gli stipiti. Come sono, eh? Solidi e spessi.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Stipiti così belli, credo di non averne mai visti.

BIAGIO

Quando li comprai, accidenti, li pagai salati.

ONOFRIO (a Monsignor Alfio Petrone)

Ha sentito che dice "comprai"? Trattiene le lacrime a stento, mi pare.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (a Biagio)

Quanto li hai pagati?

 

BIAGIO

Ho sborsato trecento Euro, più il trasporto, per questi due.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Per tutti gli altari, sono più scarsi di quel che mi pareva a prima vista!

BIAGIO

E perché mai?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Perché le tarme li hanno corrosi tutti e due, dalla base in su.

ONOFRIO

Credo che il legno sia stato tagliato fuori stagione. E questo gli nuoce. Però sono ancora abbastanza buoni, basta ripassarli con la pece. Mica li ha fatti un barbaro di artigiano polentone. Nelle porte, ha notato le connessure?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ho visto, sì.

ONOFRIO

Guardi come si amano.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Si amano?

ONOFRIO

Ma sì, volevo dire che com... baciano. Va bene così?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ogni cosa, più la guardo più mi piace.

ONOFRIO

La vede la pittura? C'è una farfalla che si fa beffe di due gazze.

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Non vedo niente. Ho dimenticato a casa i miei occhiali.

ONOFRIO

Io sì che la vedo; tra le due gazze  c'è un falcone, che le becca una alla volta. Lei, adesso, guardi verso di me, per favore, per poter vedere il falcone. Ci riesce?

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

No, non vedo nessun falcone. (si sentono strani stridori)  Ma sento i suoi artigli graffiare!

ONOFRIO

Non si faccia ingrossare il sangue! Guardi lì, dalla sua parte. Se non riesce a vedere il falcone, forse potrà vedere la farfalla.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (spazientito)

Niente di niente. Per farla finita … qui non ci vedo alcun uccello!

ONOFRIO

Suvvia, lasci perdere. Capisco bene, io. Con l'età, non tutti riescono a veder bene gli uccelli!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Le cose che riesco a vedere, mi piacciono tutte quante, e molto!

BIAGIO

Val la pena, a questo punto, che lei vada più avanti.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Mi dai un buon consiglio, per tutte le Vergini celesti!

BIAGIO (ad uno servitore)

Ragazzo, guidalo per tutta la casa e per le stanze. (al Vescovo) Vorrei essere io ad introdurla, ma c'è un affare che mi attende nel Corso.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Alla larga da un compagno così. Non mi va che qualcuno mi faccia penetrare. Comunque sia, meglio perdermi che essere incastrato.

BIAGIO

Ma io intendevo … introdurre nella casa!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Allora entro senza alcuna guida.

BIAGIO

Entri pure.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Allora vado.

ONOFRIO

Un momento! Lasci che guardi. C'è una cagna fantasma ferita… e foriera di morte!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E tu sbrigati a cacciarla via. Can che abbaia... rompe!

ONOFRIO

Pssst! Pssst! Cagna del Diavolo! Va' sulla forca, vattene in malora! Sei ancora lì? Pssst! Via di lì.

BIAGIO

Non c'è pericolo. Avanti. È tranquilla come tutte le cagne gravide. Meglio avere un cane amico che un amico cane.  Potete entrare senza paura. Io invece me ne vado in Corso Umberto.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ci hai trattati con garbo.Ti benedico. Buona camminata. (Biagio esce.) Onofrio, sbrigati. Fa' che qualcuno la tiri via dalla porta, questa cagna. Anche se non fa paura… la prudenza non è mai troppa!

ONOFRIO

Ma la guardi, la guardi, come sta a cuccia tutta buona. Lei, se non vuol fare la figura del rompiballe e del fifone...

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Purché qualche fantasma burlone non si trasferisca da questa parte.

ONOFRIO

Stia  sicuro. Le copro le spalle come una guardia del corpo. (Entrano in casa.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ATTO IV

 

 

FANTASIMA - FANTASIMINA

FANTASIMA (arrivando dalla piazza)

I preti, anche quando non hanno colpe, temono ugualmente il castigo dei Vescovi. Sono i più conigli ed i più utili idioti. Se vengono scoperti, rinnegano l'amore e tagliano la corda. Regalano guai, non piacere. Per conto mio ... comincio a dare ragione a Sonia. Bisogna proprio che la mia pelle rimanga com'era e come è, bella liscia, e mi prepari ad altre esilaranti avventure.

FANTASIMINA

Se sto attenta, avrò un buon riparo ed eviterò che  piova su di me tutto quel male che piove sugli altri.

 FANTASIMA

Ogni Vescovo è tale, quale i preti lo vogliono. Sono buoni loro? Lui è buono. Se loro sono cattivi è cattivo anche lui. Il fatto è che nella nostra Chiesa preti ce ne sono di pessimi, e tanti, prodighi del loro gruzzoletto, tappeti da frustate. Quando li chiamano perché vadano dal Vescovo scodinzolano tutti come cagnolini.

FANTASIMINA

Gli ho dato tutta me stessa io ed ecco quel che ne ho ricavato. È pronto a sottomettersi alla volontà del suo Vescovo. Domani, quando il Vescovo verrà a sapere tutto, gli spezzerà le ossa. Infine, della sua schiena m'importa assai meno che della mia. Ce ne vuole prima che io finisca a tessere la saggina o a vendere sesso su un'autostrada.

 FANTASIMA

Rallenta. Come carichi il ritratto! Vuoi calmarti, Fantasimina?

FANTASIMINA

Non scocciare. Discutere con te è come cercare di spegnere  a soffi una lampadina elettrica.

FANTASIMA

Ma guardala, questa scimmia, che fa la sdegnosa! Ti dai tante arie che potrebbero usarti come mongolfiera! Ti fermi subito o no, evanescente Fantasimina?

 FANTASIMINA

Fantasimina, a me? Anche tu sei una Fantasima! Credi ci sia molta differenza? Spariremo entrambe alle prime luci dell'alba.

FANTASIMA

Di te, con la promessa di una carezza , chiunque può fare quel che gli pare.

 

 FANTASIMINA

Sono ingenua perché mi piace. Che te ne frega? Ma tu pensi di essere avveduta e birbante?! Quando distribuivano cervelli, tu non eri neppure nella fila!

FANTASIMA

Straparli e fai la faccia feroce perché ti illudi che Don Malachia ti voglia ancora bene. Ma sei solo una piccola Fantasimina Saracina velenosa. Se una zanzara ti mordesse, sarebbe lei a rimetterci il sangue!

FANTASIMINA

Ho trangugiato troppi acidi stasera. Ahi! Mi fanno male gli occhi. Non sopportano a lungo il chiarore.

FANTASIMA

Se qualche insetto  te li divora, sicuramente soffre d'indigestione.

FANTASIMINA

Il fumo mi disturba. Non voglio più vivere tra le ipocrisie umane.

FANTASIMA

Taci, per favore, tu che batti moneta falsa come un fabbro. Non vedi che  hai la testa fusa d'amore  e di passione?

 FANTASIMINA

Finché non sei arrivata tu, non avevo mai visto una zucca con le gambe . Per fortuna Don Malachia mi conosce bene e non considera i tuoi giudizi.

FANTASIMA

Per tutte le margherite gialle, bisogna pure che lo conosca il suo bel materasso. Hai un cervello così terra terra,  che , quando hai mal di testa, ti metti l'aspirina nelle calze.

 FANTASIMINA

Se tu fossi sobria, non mi diresti queste parolacce. Ma anche tu senti la vita abbandonarti e ti ubriachi del vino dell'oblio.

 FANTASIMA

Dovrei trattarti bene mentre tu non fai nulla per me? Dai Fantasima, vieni con me. Andiamo avanti. Sei così evanescente che mi fai pensare ad un rullino nuovo, tutto da sviluppare. Sprofondiamo insieme nei sentieri dell'oblio.

FANTASIMINA

Per tutti i limoni di Ribera, sei pregata di smetterla. Basta con queste chiacchiere. Rassegnati. Fra poco non saremo neanche l'ombra di un sogno inafferrabile. Né Don Adalgiso, né Don Malachia vorranno convivere con i fantasmi delle loro colpe e dei loro desideri.

FANTASIMA

Busserò alla porta. Ehi, c'è nessuno qui che guardi la porta dai pericoli? C'è nessuno che apra? No, da questa porta non viene fuori nessuno. Succede sempre così con i preti pentiti. D'accordo. Facciamo pace. (la prende per mano) Dammi la mano. Il vortice della Storia ci riafferra. Ma proprio per questo dobbiamo stare attente, che non salti fuori qualche Vescovo che voglia pulirsi sulla nostra pelle il coltello del tradimento dei suoi preti!

 

 

MONSIGNOR  ALFIO PETRONE - ONOFRIO

ONOFRIO (esce con Monsignor Alfio Petrone dalla casa di Biagio)

Che gliene ne pare della roba?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Sono pienamente soddisfatto.

ONOFRIO

Le sembra che sia stata pagata troppo?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

No, per tutte le Madonne! Pecunia non olet.  Ch'io sappia, mai casa fu svenduta come questa.

ONOFRIO

Allora le piace?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E me lo chiedi? Per tutti i parrocchiani, mi piace e strapiace.

ONOFRIO

E il salone com'è? E il cortile?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Un prodigio! Sono convinto che non c'è ambiente più grande, nemmeno nei pubblici edifici.

ONOFRIO

Pensi che io e Don Adalgiso ce li siamo misurati tutti i portici dei pubblici edifici.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E allora?

ONOFRIO

Il più lungo è questo e di gran lunga.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Che bell'affare, Signore Gesù! Se uno mi offrisse ora SeimilEuro, se me li offrisse sull'unghia, per tutte le porte del Paradiso, non li accetterei.

ONOFRIO

Per tutti i broccoli profumati, se lei  volesse accettarli, non glielo permetterei.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Con questo affare, i nostri soldi son stati ben investiti.

ONOFRIO

Lo dica, lo dica pure. Quest'affare è stato fatto su mio consiglio. Io ho spinto Don Adalgiso da Cerbero, a farsi prestare la pecunia che poi abbiamo dato al rivenditore come caparra.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Hai salvato la barca. E allora gli dobbiamo  quattromilaquattrocentoEuro, no?

ONOFRIO

Non un Euro di più.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Che li abbia oggi stesso.

ONOFRIO

È giusto così, senza pretestuosi cavilli. Lei versi a me, se crede; io poi verserò a lui.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Se sborso a te, mi sa che possa nascere un bidone.

ONOFRIO

Io oserei ingannarla? Anche solo per scherzo? A parole o coi fatti?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Oserei fidarmi, io, a consegnarti qualcosa?

ONOFRIO

Cosa? Io, da quando sono sacrista alla Matrice, le ho mai venduto parole?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

No. Ma proprio perché ci sto attento, io! Grazie a Dio e alla mia testa. Sono abbastanza furbo, se riesco a tenerti d'occhio.

ONOFRIO

Consento. Ogni  tanto qualche tentazione l' ho avuta.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ora corri ad avvertire tutto il Clero del mio arrivo.

 

ONOFRIO

Come comanda, eseguirò.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Digli che vengano con te, e di corsa. (al pubblico) Qui gatta ci cova! Adesso mi travesto da vecchio mendicante e sto a vedere.

ONOFRIO

Così sia. (Tra sé) Io, adesso, attraverso la porta di dietro, raggiungo i miei amiconi; gli dirò che qui c'è bonaccia e che il Vescovo  l'ho fatto allontanare. (Esce.)

 

 

FALENA - MONSIGNOR ALFIO PETRONE - LUCCIOLA

FALENA (a Lucciola)

Ma qui non si sente più il chiasso dei convitati, che prima non mancava mai. Non sento nemmeno la flautista e neppure gli altri.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE ( travestito da vecchio mendicante,tra sé)

Che razza di roba è? Questi due fantasmi, dinanzi alla mia Chiesa, che cosa vanno cercando? Che cosa vogliono? Perché spiano la sacrestia?

FALENA

Io continuo a bussare. Ehilà, apri! Ehilà, Onofrio, ti decidi ad aprire?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ma che razza di storia è? I fantasmi non entrano anche attraverso le porte chiuse?

FALENA

Ti sbrighi ad aprire? È per il nostro Don Malachia che siamo venuti.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Voi, fantasmacci, perché fate così? Perché state scassando questa casa?

LUCCIOLA

Tu, vecchio straccione, perché ti impicci in ciò che non ti riguarda?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Che non mi riguarda?

LUCCIOLA

Per caso, ti hanno appena nominato prefetto per curare gli affari altrui, per indagare, guardare, ascoltare...

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Quella casa lì, lì dove siete voi, m'interessa come se fosse mia.

LUCCIOLA

Che vai dicendo? Forse  Don Adalgiso l' ha già venduta? O questo vecchio ci sta prendendo per il naso?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Dico la verità, io. Ma voi, qui, di che vi preoccupate? Non avete dentro l'ardire dei guerrieri saraceni?

FALENA

Te lo dico subito. Ogni uomo o donna può diventare il fantasma di se stesso.Qui dentro, a bere, c'è il nostro reverendo, annichilito dalla passione e dalle droghe.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Beve, qui dentro, il vostro parroco?  E quali passioni lo stravolgono?

FALENA

La Fantasima Saracina. È talmente ammaliato dalle sue rotondità e dalle sue curve che ha perso la bussola della Fede.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Fantasmino mio, fai troppo lo spiritoso. Non riesco ad immaginare Don Adalgiso in una selva oscura.

LUCCIOLA

Ma noi gli veniamo incontro con la nostra luce. Gli procuriamo l'erba buona e, se ha Euro, estasi e cocaina.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

A chi? Cosa? Come?

LUCCIOLA

Al nostro parroco. Ma scusa, quante volte te lo dobbiamo ripetere?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Fantasmino, qui dentro, in questo momento, non ci abita nessuno. Spaventati ed inorriditi dai loro  stessi fantasmi, son fuggiti tutti quanti.

FALENA

Don Adalgiso, il giovanotto, spaventato ed inorridito? Ma se è beatamente sprofondato tra i sapori e gli odori delle carni di Fantasima!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (si fa il segno della croce)

Gesù e Maria ci liberino da simili sciagure! Don Adalgiso se ne è andato da un pezzo, per la paura dei Fantasmi Saraceni. La Fantasima si illude  di averlo sedotto, con le sue diaboliche magie, ma è solo un brutto incubo. Appena sentirà i passi del suo Vescovo, Adalgiso si risveglierà immediatamente.

 

FALENA (tra sé)

Questo vecchio è pazzo di sicuro. (A Monsignor Alfio Petrone) Ti sbagli di grosso. Perché se lui non se ne è andato via oggi, o ieri. Sono sicura che abita proprio qui. A quest'ora giacerà con la testa reclinata tra i morbidi seni di Fantasima.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ma sono sei mesi che qui non ci sta più nessuno! Avrete visto qualche fantasma aggirarsi nella notte!

LUCCIOLA

Tu stai sognando. Noi fantasmi siamo solo la materializzazione dei tuoi sogni, dei tuoi incubi, delle tue deprivazioni.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Io deprivazioni? Incubi? Sogni? Ma se ho vissuto una vita sicuro delle mie certezza! Nessuna passione, nessun trucco del Demonio ha mai fatto vacillare la mia Fede!

LUCCIOLA

Sogni proibiti, ti dico. A luci azzurre e gialle. Fantasmi di incubi di labbra rosse sulle tue labbra esangui di terrore. Incubi di desideri inconfessabili nella tua mente assetata di emozioni.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Non seccare. Le tue sono solo fantasie bugiarde. Farneticazioni. No, qui non ci abita nessuno.

FALENA

E invece sì, ci abita. Da ieri l'altro, tre, quattro, cinque mesi fa, da quando il suo Vescovo è andato all'estero, qui non si è mai stati tre giorni di fila senza bere, sballarsi, gozzovigliare e pomiciare.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ma cosa dici? Nella casa del Signore? Una profanazione! Un sacrilegio!

FALENA

Non c'è stato giorno che si sia smesso, qui, di sbevazzare, abbuffarsi, spassarsela alla grande, pagar massaggiatrici e suonatrici!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Chi faceva queste prodezze?

FALENA

Don Adalgiso e Don Malachia.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Quale Don Adalgiso?

 

FALENA

Quello, mi pare, che è parroco della Chiesa Madre.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (al pubblico)

Ahimè, sono perduto, se questa qui dice la verità. Continuerò ad interrogarla. Don Adalgiso, chiunque sia, tu dici che qui continuava a far festa insieme con Don Malachia?

FALENA

Sì, ti dico.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Fantasmina, tu sei scema più di quel che sembri. Forse ti sei fermata a fare uno spuntino da qualche parte e hai bevuto più del necessario.

FALENA

Che cosa?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Credo che tu  sia arrivata per sbaglio a una casa che non c'entra.

FALENA

Lo so bene dove debbo andare, conosco bene il posto dove son venuta. Abita qui, Don Adalgiso, il parroco della Matrice, il quale, dopo che il suo Vescovo è partito per una missione, ha liberato i suoi istinti più libertari e si è lasciato abbindolare dalla Fantasima Saracina .

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E così Don Adalgiso...

FALENA

Ma sì… con Fantasima…

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Quanto ha speso?

FALENA

Quattromila…

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Quattromilaquattrocento Euro?

FALENA

No, solo quattromila ….per la roba! … per liberare i suoi freni inibitori… e quelli di Fantasima…che ha fatto uscire dalle caverne dei sotterranei…

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

L'ha liberata dalle prigioni dei sotterranei?

 

FALENA

Liberata. L'ha fatta uscire attraverso i cunicoli che portano ai sotterranei del convento dei Cappuccini.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Tu mi stai dicendo che Fantasima è diventata  la sua amante...

FALENA

Confermo. Ogni notte si leva dagli abissi delle  tenebre. Indossa un seducente abito di veli sottili e volteggia ai pallidi  bagliori della luna

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E l'ha liberata dalle catene del sonno eterno e della dannazione?

FALENA

Confermo. Fantasima si era destata per attrarlo con le sue arti di seduzione e sprofondarlo con lei nelle viscere dei Vicoli Saraceni. Ma la forza dell'amore di Don Adalgiso ha fatto rifiorire in lei il colore della rosa ed il profumo del gelsomino

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E quando?

FALENA

Ogni sera, quando le farfalle cedono alle falene, Fantasima si libra nell'aria sorretta da leggiadre Fantasimine. Si insinua tra le fessure della sacrestia e infiamma del suo calore le stanze fredde di solitudine e grigiore.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Che altro? Don Adalgiso ha comperato la casa qui vicina?

FALENA (reticente)

Non confermo… né mi sento di smentire…

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E ha versato al vicino, per caparra, quattromila Euro?

FALENA

Non confermo … né mi sento di smentire…

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ti si è incantata la puntina? Ahi, ahi, tu mi uccidi. Mi avveleni con questo seme del dubbio.

FALENA

No, è lui che ha ucciso se stesso … la sua identità … la sua stessa Fede.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Dici una sacrosanta verità. Guai all'uomo che smarrisce la sua vocazione! Che abbandona il sentiero conosciuto per altri più impervi ed oscuri!

FALENA

Tu sei, vorrei sbagliarmi, una guida, un pastore di pecore, a quanto sembra.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ah come è disgraziato il Pastore di cui parli!

FALENA

Sono niente, i quattromila Euro, rispetto alle altre pazzie che Don Adalgiso ha fatto.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ha ucciso se stesso, l'abito che indossa e la sua coscienza. Omnes morituri sumus!

FALENA

Qui c'è il suo tremendo sacrista, Onofrio. Quello riuscirebbe a far fuori anche il tesoro di Rocca Entella. Per tutti gli effluvi di mandarini, provo davvero una gran compassione per il suo Vescovo, per quando verrà a sapere queste cose. Un carboncino ardente gli brucerà il cuore a quel poveraccio.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Se tutte queste cose sono vere….per lui sarà come sedersi sulle coccoline di ortiche !

FALENA

Che ci guadagno a raccontarti delle frottole?

LUCCIOLA (bussando alla porta)

Ehi, voi, chi apre qui?

FALENA

Ma che bussi a fare, se dentro non c'è nessuno? Ho idea che siano andati altrove a narcotizzare la loro coscienza . Muoviamoci, su...

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Fantasma...aspetta…

FALENA

Noi ricominciamo a ricercare… prima che ci travolga il buio della dimenticanza…. Seguimi da questa parte, Lucciola.

 

LUCCIOLA

Ti seguo,Falena… ormai l'alba indora Genuardo … e riscalda la palude Carboj… non c' è più tempo per la nostra vita…

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Te ne vai, fantasma? Non vuoi guardare in fondo al caleidoscopio del futuro?

FALENA

La libertà difende la tua vita. La mia non ha difese se non rispetto e servo il signore delle tenebre. (Si allontana con Lucciola.) Quando il sole infiamma le colline, preferisco il fresco dei cunicoli all'arsura delle pianure di stoppie e all'afa delle mura assolate…

 

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE -  BIAGIO

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (tra sé)

Sono morto, per tutte le Vergini santificate! C'è bisogno di dirlo? Stando a quel che ho sentito, io da qui non sono andato soltanto a Gerusalemme, no, sono andato sino alle terre solitarie alla fine del mondo, tanto che non so nemmeno dove mi trovo. Ma presto saprò la verità. Sì, ecco l'uomo da cui Don Adalgiso avrebbe comprato la casa. (Forte) Ehi, che stai facendo?

BIAGIO

Rientro a casa dal Corso.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

È successo qualcosa di nuovo oggi in Città?

BIAGIO

Sì, certo.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Cioè cosa?

BIAGIO

Ho visto portar via un morto!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Oh che novità!

BIAGIO

Ho visto portar via un morto e dicevamo che prima era vivo!

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ti venisse un accidente!

BIAGIO

E lei, scioperato e curiosone, perché va cercando novità?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Perché io sono ritornato, proprio oggi, dalla Palestina e sono stanco, distrutto … affamato di pane  e di ….verità.

BIAGIO

Ho promesso di uscire fuori a cena. Non si illuda che la inviti.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ma neanche ci penso, per Dio. Mi si è chiusa la bocca dello stomaco, per i dispiaceri.

BIAGIO

Però domani, se qualcun altro non invita... me, verrò a cenare alla sua mensa.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Non penso nemmeno a questo. Se non hai di meglio da fare, dammi un po' del tuo tempo.

BIAGIO

Tutto quello che vuole.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ch'io sappia, tu hai ricevuto quattromila Euro da Don Adalgiso?

BIAGIO

Nemmeno un soldo, ch'io sappia.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E dal sacrista Onofrio?

BIAGIO

Meno ancora.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Quelle che ti ha dato per caparra?

BIAGIO

Ma che si sta sognando? Che caparra d'Egitto?

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Io? Tu piuttosto, che speri così, facendo il tonto, di render nullo il contratto.

BIAGIO

Cosa?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Il contratto che, in mia assenza, Don Adalgiso ha fatto con te.

BIAGIO

Quel prete della malora, mentre tu lei era via, avrebbe fatto un contratto con me? Quale contratto? In quale giorno?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ti sono debitore di DuemilEuro.

BIAGIO

Mio debitore? No, per tutti i ramarri dei canneti! ( ripensandoci) Però, se mi deve qualcosa, paghi!. Bisogna rispettarla, la parola data. Non si sogni di poter negare. Pacta sunt servanda.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Non negherò certo di esserti debitore. E pagherò. Ma tu, bada bene di non negare di aver ricevuto da noi quattromila Euro.

BIAGIO

Per favore, mi guardi bene, per  tutte le vipere di Risinata, e mi risponda: quattromila Euro?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Te lo ripeto. Per la tua casa, date ...

BIAGIO

Così? Avrebbe, quel pretaccio, comprato la casa da me? Onofrio diceva che lei intendeva costruire qui, sul suo, una sacrestia più grande

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Io volevo costruire qui?

BIAGIO

Così mi ha detto.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (Accasciandosi)

Ahimè, sono finito. Non ho più voce. Sono morto e stramorto.

 

BIAGIO

Forse che Onofrio ha combinato?...

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

No, ha scombinato. Tutto. Indegnissimamente mi ha turlupinato. Oggi e per sempre. E ora io ti supplico di soccorrermi, di aiutarmi.

BIAGIO

Che vuole?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Vieni con me, ti prego.

BIAGIO

E sia.

(Entrano in casa di Biagio.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ATTO V

 

 

ONOFRIO - MONSIGNOR ALFIO PETRONE

ONOFRIO (tra sé)

L'uomo che si mostra esitante nel pericolo non vale una noce secca. E io non saprei neanche dire che significhi la parola noce... Quando il Vescovo mi ha spedito in missione a rimorchiargli il Clero, io, di nascosto, attraverso una viuzza, ho fatto un giro sino al nostro giardino. La porta del giardino, che dà sulla viuzza, io l'ho spalancata e di lì ho tirato fuori tutta la banda: uomini e donne. Dopo aver sottratto all'assedio la mia soldataglia, e averla messa al sicuro, vado avanti ad incasinare le cose sinché di tranquillo non c'è più niente. Lo so, lo so bene che non c'è modo di tener nascosti questi casini al Vescovo. Forse potrei  giocare di anticipo. Lo prendo alla sprovvista e stipulo un accordo. Ma che sto a perder tempo? Ma che c'è? La porta qui vicina sta cigolando. È il mio Vescovo, proprio lui. Voglio godermi il suo ragionamento.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE (ai servi di Biagio)

Statevene lì, sulla soglia, e, non appena vi do una voce, saltate subito fuori. Mettetegli rapidamente le manette. Io, davanti a casa, sarò ad aspettarlo, l'uomo che mi ha spellato vivo. Io gli spellerò la schiena, come si deve, e oggi stesso, se campo.

ONOFRIO

Tutto è scoperchiato e i fantasmi sono visibili e trasparenti. Onofrio mio, ora è tempo che tu pensi ai cavoli tuoi.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Debbo prenderlo, quello, giocando di fino, non appena arriva. No, non glielo mostrerò subito, l'amo, lancerò il filo poco a poco. Asinus asinum fricat.. Farò finta di non saper niente di niente.

ONOFRIO

Razza di carogna! Non puoi trovarne uno più furbo di lui a Sambuca di Sicilia. A lui, oggi, nessuno può dargliela a bere più che a un sasso... L'abbordo,  lo chiamo.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Vorrei che arrivasse  e subito.

ONOFRIO

Se per caso mi cerca, per tutti i carciofi spinosi, sono qui, presente alla sua presenza.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Salve, Onofrio. Che si fa?

 

ONOFRIO

Vengono dai campi tutti i fedeli ed il Clero. Sarà subito qui anche Don Adalgiso.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Per tutti i Tabernacoli, arrivi da me proprio a proposito. Ho idea che il nostro vicino sia uomo sfrontato e disonesto… capace di rimangiarsi la parola.

ONOFRIO

Perché?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Dice, lui, che non vi conosce, voi.

ONOFRIO

Dice che non...

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

... e che voi non gli avete dato nemmeno mezzo Euro.

ONOFRIO

Via, lei mi sfotte. Non credo che lui possa negare… una … roba… così evidente!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E perché mai?

ONOFRIO

Lo so, lei stai scherzando, ora. Perché lui non nega di sicuro.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Invece sì che nega. E dice anche che non l'ha venduta a Don Adalgiso, la casa.

ONOFRIO

No?! E dice anche, di grazia, che non gli furono dati gli Euro?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Sicuro. E dice anche che confermerà con giuramento, se glielo chiedo, che non ha venduto la casa e che non ha ricevuto la pecunia. È proprio così che mi ha detto.

ONOFRIO

E se io andassi in tribunale contro di lui? Dia l'ordine di citare quell'uomo per rivendicare la proprietà della casa.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

No, la prima cosa che pretendo è di conoscere la verità su Fantasima e Fantasimina.

ONOFRIO (preoccupato)

Penso proprio che sia giusto e opportuno. Intanto io vado ad occupare questo altare. (si rifugia sull'altare.)

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Perché ti allontani? Perché sull'altare?

ONOFRIO

Non capisce un fico secco!. Perché i fantasmi non possano rifugiarsi qui emettersi a ballare. Io starò qui di presidio, in modo che l'inchiesta non si inceppi.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Togliti di lì.

ONOFRIO

Manco per idea.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Per favore, non tenere occupato l'altare.

ONOFRIO

Perché?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Perché io voglio proprio  che loro si rifugino lì. Nel processo, mi sarà molto più facile farlo condannare al pagamento.

ONOFRIO

Faccia quel che ha da fare. Ma perché vuole incasinare la faccenda? Lo sa bene che fregatura sono i processi. Se ne è convinto anche Di Pietro che li istruiva!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Togliti di lì … avvicinati… perché mi pare opportuno consigliarmi con te.

ONOFRIO

Anche da qui le darò i miei consigli. Quando sono seduto io ragiono meglio. E poi i consigli che scendono dai luoghi sacri sono i più attendibili.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Muoviti e non scherzare.  Guardami bene in faccia.

ONOFRIO

Ecco, l' ho guardata.

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Vedi?

ONOFRIO

Vedo. Qui, tra noi, se si mette di mezzo un terzo, creperà di fame.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Perché?

ONOFRIO

Che potrebbe guadagnarci lui? Per tutti i cardi rinsecchiti, noi due siamo troppo astuti.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Io sono morto.

ONOFRIO

Che le prende?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Me l'hai fatta.

ONOFRIO

Come?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Mi hai proprio spremuto.

ONOFRIO

E lei non è contento? Ha forse il moccolo al naso?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

No, non ce l'ho, perché tu dalla mia testa hai spremuto anche il cervello. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Eh sì, le vostre malefatte, tutte quante, io le ho scoperte sino alle radici. Anzi, fin sotto le radici, per tutte le Cattedrali siciliane!

ONOFRIO

Per tutte le spighe assolate! Oggi, se io non consento, nessuno può mettermi nelle sue grinfie.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Razza di boia, ora faccio portar qui sarmenti e fuoco, tutt'intorno a te.

ONOFRIO

Non lo faccia, la prego. Sono più saporito a lesso che in arrosto!

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Farò sì che tu sia citato come esempio.

ONOFRIO

Mi prende ad esempio perché le piaccio?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Parla. Don Adalgiso, quando sono partito, come te l'ho lasciato?

ONOFRIO

Con i piedi e le mani. Con le labbra e gli orecchi. Con gli occhi e le dita.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ben altro ti sto domandando, furfante!

ONOFRIO

Ben altro le rispondo, adesso. Ma ecco là, cosa vedo: l'amica del suo parroco, Fantasimona sta arrivando qui. In sua presenza, se le  serve qualcosa, ne parli pure con me.

 

 

 

FANTASIMONA  -MONSIGNOR ALFIO PETRONE -  ONOFRIO

FANTASIMONA (tra sé)

Dopo una bella dormita, ho sepolto tutta la mia sbornia e il mio sballo. Don Adalgiso mi ha detto che dalla Palestina è ritornato il Vescovo e mi ha spiegato come il suo sacrista lo abbia bidonato al primo incontro. Dice anche che ha paura di apparire al cospetto del Vescovo. Ora io sono stata scelta da tutta la compagnia come sua unica paladina, per ottenergli il perdono di Monsignor Alfio Petrone. Ma eccolo là, proprio a proposito. (Forte) Le auguro salute, Monsignor Alfio Petrone, e, poiché è arrivato sano e salvo da Gerusalemme, me ne rallegro. Oggi, qui, lei cenerà insieme con noi. Mi dica di sì.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Che Dio ti favorisca, Fantasimona. Ti ringrazio della cena, ma, tra Fantasime e pacchi, mi èpassar la fame!

FANTASIMONA

Non vuole venire?

ONOFRIO

Accetti. Se lei non ne ha voglia, ci andrò io.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Tu, faccia da schiaffi, pelle da frustate, sfotti anche? Solo perché hai zampette da canarino non significa che tu sappia anche cantare!

ONOFRIO

Ce l' ha con me perché mi offro di andare a cena al posto suo?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

No, non ci andrai. Ti farò mettere in croce, come meriti, disgraziato e dissanguato!

FANTASIMONA

Lasci perdere il morfema dis!  È dannato e malefico dovunque lo incastri. Guardi: occupazione diventa disoccupazione; gusto disgusto; uguaglianza disuguaglianza; unione disunione; ordine disordine; persino l'amore si trasforma in disamore! Si rilassi! venga da me, a cena...

ONOFRIO

Gli dica che ci sarà. Ma perché tace? Paventa qualche disavventura?  O vuole la disgregazione della sua Chiesa , con il suo comportamento disumano?

FANTASIMONA

Ma tu, Onofrio,  perché ti sei rifugiato lì sull'altare? Temi qualche disgrazia?

ONOFRIO

Questo birbante di Monsignore mi ha fatto paura, al suo arrivo. (A Monsignor Alfio Petrone) Lei adesso gli dica che cosa ho fatto. Eccola qui l'arbitro fra noi due. Avanti, per ora.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Dico che questa peste ha corrotto il mio parroco. È così repellente che perfino i lampioni si spegnerebbero vedendolo!

ONOFRIO

Ascolti un po'. Confesso che Don Adalgiso è caduto in fallo, che in sua assenza ha risuscitato una Fantasima, che ha contratto un mutuo ad interesse, e aggiungo che ha speso tutto quanto. Ma che ha fatto più di quel che fanno i buoni Vescovi e Cardinali di Santa Madre Romana Chiesa? Ci sono solo due categorie di persone che possono sbagliare una volta sola:paracadutisti e vergini

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Per Dio, con te bisogna stare in guardia. Sei un' avvocatessa troppo furba e persuasiva! Hai una bocca così grande ed invitante che, quando la apri, ti scompaiono le orecchie!

FANTASIMONA

Permetta che sia io a giudicare. (A Onofrio) Levati, qui mi metto a sedere io.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ottimamente. Assumi tu l'incarico di giudicare. Dura lex sed lex.

ONOFRIO

Mica c'è una trappola, qui? ( a Fantasimona) Fa' in modo che io non abbia a temere per me, che anzi sia tu a temere per te.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Delle altre cose poco mi curo ... ma non della maniera con cui mi ha bidonato. Sento ancora strida di catene e fragore di pentole rotte!

ONOFRIO

( al pubblico) L' ho fatto a regola d'arte e mi compiaccio di averlo fatto. Quelli della sua età, con i capelli bianchi, debbono avere un po' di sale in zucca. Non possono ingoiare intere tutte le banane che gli si ficcano in gola!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

E io adesso che faccio? Mi sento così intontito e bidonato che, se sparassi all'aria, la mancherei!

ONOFRIO

É amico di Pirandello, Martoglio, Randazzo? Gli confessi in che modo il sacrista suo lo ha bidonato. Gli darà, per le loro commedie, bellissimi esempi di bidone.

FANTASIMONA

Stattene un po' zitto, insolente. Permetti che sia io a parlare, se vuoi salvare capra e cavoli. (A Monsignor Alfio Petrone) Ascolti.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ti ascolto. La mia testa era qua fino a poco fa. Se la cerco di qua, è volata di là. Non so più dove sta!

FANTASIMONA

Anzitutto lei sa che sono amica del suo parroco, il quale si è rivolto a me perché si vergogna di comparire al suo cospetto, dato che sa bene che lei è al corrente di tutto ciò che ha combinato. (entrano Don Adalgiso e Fantasima Saracina) Ora io la supplico: perdoni alla sua stupidità e alla sua giovinezza. È  suo discepolo. Sa bene che alla sua età si fanno simili giochi. Tutto ciò che ha fatto, l'ha fatto insieme con me: noi abbiamo sbagliato. Prestito a interesse, tutte le spese che lui ha fatto per godersi la Fantasima Saracina, noi le renderemo, noi le salderemo, a carico nostro, non suo.

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

No, non poteva presentarsi a me oratore più irresistibile di te. Non sono più in collera con lui e nemmeno sdegnato. Dirò di più: faccia, in mia presenza, ciò che gli pare, amando e bevendo. Se prova vergogna per quanto ha dissipato, la pena per me è sufficiente. Adalgiso, sei perdonato. Quanto alla Fantasima …. per tutti noi … sarà come se non sia mai esistita. Il ritorno all'oblio sarà la sua vera pena.

FANTASIMONA

E lui si vergogna profondamente, vero Adalgisuccio? In fondo chi è stata per lui Fantasima? Solo un mezzo per aiutarlo a guardare la realtà. In realtà,  a noi Fantasime non serve la monotonia del vostro tempo. Ci basta infilarci a folate nella vostra vita.

ONOFRIO

Dopo tanta clemenza, che mi succederà?

 

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Se vuoi ridurre l'inquinamento atmosferico, smetti di fiatare! Tu, immondizia, sarai appeso e distrutto a suon di bastonate.

ONOFRIO

Anche se provo tanta vergogna … anch'io? Prego sempre … a casa …

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

A casa tua non ci sono Santi da pregare. Persino i topi e gli scarafaggi si rifiutano di abitare sotto il tuo stesso tetto! Per tutte le prediche delle sette parole, io stesso ti accopperò, se sopravvivo a questo dispiacere!

FANTASIMONA

Ma mi faccia il favore! Lasci stare i dispiaceri!  Faccia che il suo perdono sia totale: gli faccia la grazia, la prego, per la sua colpa. Per amor mio!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Rinunciare a punire questo furfante per le sue furfanterie? Piuttosto mi lascio convincere a cederti su altri versanti! (al pubblico) Sono confuso! Se la mia capoccia fosse un serbatoio, la spia indicherebbe il vuoto!

FANTASIMONA

La supplico, lo perdoni. ... Onofrio ha un cervello così piatto che le mosche lo usano come campo d'atterraggio!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Ma non vedi come continua a mostrarsi  insolente, questo pendaglio da forca? Ab uno disce omnes. 

FANTASIMONA

Piantala, Onofrio, se hai un briciolo di cervello. Ti rendi conto che tutte le volte che respiri muore una persona?

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Piantala tu di sollecitare il mio perdono. Perché non ti sciacqui la bocca con un buon  acetobis? Lo metto a posto, io, a suon di bastonate, questo cornuto e figlio di buona madre!

ONOFRIO

Ma non ce n'è bisogno…. Sono già in un posto sicuro!

FANTASIMONA

Suvvia, Monsignorone mio, mi dia il permesso di pregarla, magari carezzandole il mento! ( gli sfiora il mento con le dita).  Lo perdoni pure questo baccalà!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

No, non voglio che tu mi preghi. Anche tra i cristiani, come tra i pesci, i baccalà sono più dei pescecani!

FANTASIMONA

Per tutte le anatre selvatiche, la prego! In fondo è stato un peccato di complicità in amore … e lei dovrebbe sapere che l'amore…

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Lussuria, solo sporca e volgare lussuria ha assecondato! L'amore non è brodo di ceci! Chi sacrifica la coscienza alla passione brucia un albero fruttifero. Ripeto che non voglio che mi preghi. Excusatio non petita,  accusatio manifesta. 

FANTASIMONA

Innocente come un'agnellina sono io! Non vuole? È inutile. Gli conceda il perdono per questa sua unica colpa, la prego. Lo faccia per amor mio.

ONOFRIO

Perché rifiuta? Come se già domani non potessi combinargliene un'altra! Allora lei potrà, e giustamente, vendicarsi di tutte e due le colpe … di questa e di quella!

FANTASIMONA(avvicinandosi e sfiorandolo)

Su, lasci che io la sciolga! Si distenda! Si lasci intenerire!

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

Spesso più che la convinzione è l'astinenza che ci fa fare una dissolvenza! E sia! (ad Onofrio) Inginocchiati! (gli impartisce la benedizione sulla testa) Te absolvo de omnibus et de omnibus, cum omnibus pretibus! Suvvia, vattene! Vattene impunito.

FANTASIMA

L'amore di un prete si scioglie proprio come morbida neve. Ormai per loro sono solo un sogno impalpabile. Neanche mi vedono. (li sfiora) Non sentono più nemmeno il mio calore. Sto tornando a sprofondarmi nella prigione di oblio della mia Storia. Torno Fantasima di nome e di fatto. Di sogno e di fantasia. Mi cristallizzo nella vostra dimenticanza. Pazienza! Occhi luccicanti alla luna! Speriamo che il prossimo prete della Chiesa Madre si incanti per il mio candore di Fantasima Saracina! (cala il sipario).<!--mstheme--><!--msnavigation-->

MONSIGNOR ALFIO PETRONE

A lei dovete dir grazie …. alla sua malìa! Non c'è legge, né religione che resiste al suo impeto travolgente. Piegati giunco che passa la piena! <!--msnavigation--></TBODY>

 

 

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