Alla libreria Rizzoli di Milano Presentato il libro "Don Adalgiso e Fantasima Saracina" d i E n z o R a n d a z z o di Enzo Sciamè Febbraio-2006

02.03.2020 02:28

Alla libreria Rizzoli di Milano Presentato il libro "Don Adalgiso e Fantasima Saracina" d i E n z o R a n d a z z o di Enzo Sciamè 16:30, libreria Rizzoli, galleria Vittorio Emanuele, praticamente il cuore del cuore di Milano, Enzo Randazzo presenta il suo ultimo (per ora, si capisce) libro "Don Adalgiso e Fantasima Saracina". Arrivo mezz'ora prima. In libreria c'è già Enzo, la figlia Annamaria ed un gruppo di sambucesi. Aldo e famiglia arrivano da Luino (Va); Rosa, con figlia e cognato. I posti nella saletta sono già quasi tutti occupati. Si | preannuncia un' l _ • "invasione" non indifferente. Così è.. Nel giro di pochi minuti l'intero piano interrato tracima sicilianità e non solo. "Dovevi prenotare il teatro Smeraldo" butto lì ad Enzo. Lui, sorridendo, "Ma la Rizzoli è la Rizzoli". Intanto sono le 16.30 precise e si inizia. Manco fossimo a Milano! Apre Gianni Curami, professore all'Università di Brescia, milanese doc. Dice delle cose belle, misurate, presenta Enzo come "il siciliano geloso custode delle tradizioni ma che guarda anche al futuro, ad un mondo che è sì reale, ma pervaso di sogni dove appaiono e scompaiono fantasmi e miti del passato in un gioco di luci". Poi della nostra Sicilia dice che è stata "bandiera e avamposto della civiltà dei Lumi”. Cita, quindi, altre opere di Randazzo, parla di valori universali. "L'unità nella diversità e quindi la tolleranza che non è indifferenza ma rispetto delle tradizioni e delle convinzioni diverse dalle nostre." Bravo, prof. Curami. Un bell'inizio. Dopo di lui tocca al prof. Antonino Rosalia. Il prof, legge mia lunga relazione, scandaglia il romanzo in modo puntuale, preciso. Dice che il contenuto "aliena, coinvolge, affascina e sconvolge il lettore, che si cala in un ambiente tipicamente siciliano e in un contesto sempre attuale, intriso di cul tura, storia e spiritualità materializzata". Poi si ferma. Invita gli attori Rosi Lavisi e Andrea Saccoman a leggere alcuni passi del libro. E loro leggono in modo perfetto, scandiscono, guardano negli occhi le persone, sono un tutt'uno con ciò che dicono. La regia è perfetta, non ci sono attimi di vuoto. Dev'essere stata Annamaria, ingegnere a Milano, ad organizzare il tutto. Fa caldo, nella saletta. Mi giro, voglio vedere chi c'è, in piedi. E' arrivato il dott. Nino Salvato. Una rassomiglianza incredibile con il padre Peppino. C'è Carlo Ciaccio e sua moglie, c'è il mio amico Nino Arbisi, ci sono Sergio e Giuseppe, bocconiani appagati. Ci sono ex alunni dell'autore che un po' rumoreggiano e che il prof Randazzo simpaticamente richiama. Ci sono Gori e Marisa, c'è Filippo, c'è Leo, c' è l'avv. Oddo e sua moglie. Ma come avrà fatto, di grazia, ad avvisarli tutti? Mah... Tocca, ora, alla dott. ssa Valeria Grassini parlare del libro. Inizia definendolo "un'accattivante rappresentazione dell'equilibrio tra i contrari". Continua sostenendo che il romanzo ripercorre le trame della commedia latina: l'avventura amorosa tra il parroco di Zabut e un'avvenente giovane islamica consente all'autore di sviluppare tutta una sequela di intrighi, situazioni grottesche, di beffe e di burle, di improvvisi escamotage che ricordano il temperamento plautino". M ’affascina questa Valeria Grassini, dice cose molto belle e profonde, si vede lontano un miglio che il libro l'ha letto e riletto da "comune lettrice immersa nella nebbia padana che da qualche anno aspira ad avvicinarsi a tutto quello che è Sicilia". Si va avanti. Enzo invita i presenti ad intervenire, prima delle sue conclusioni. A questo punto si alza un signore seduto accanto a me. E' l'avv. Mimmo Azzia, presidente dell'associazione Sicilia Mondo. Esalta la sicilianità ed i suoi valori, dice che lui, entrando, l'ha subito annusata questa sicilianità. (Potenza dell'olfatto!) Gesticola, l'avvocato, si muove, i toni sono piuttosto alti, l'enfasi non manca. L' applauso è inevitabile. Poi, a nome dell'associazione, regala una medaglia a Enzo. Sono un po' frastornato, caro lettore de "La Voce", dopo questo intervento. Per fortuna riprende la parola il milanese Curami. Dice che i valori di cui parla l'avvocato non sono esclusivamente siciliani ma universali e che, se proprio vogliamo dirla tutta, la Sicilia non ha esportato solo valori ma anche qualche disvalore. Sto col milanese Curami: lapidatemi pure.E siamo, quasi, alla fine. Tocca a Enzo. Si alza, fa un lungo elenco di ringraziamenti. E’ visibilmente contento e soddisfatto: tutto ha funzionato egregiamente. Invita tutti a fermarsi ad assaggiare i pasticcini di mandorla che ha portato da Sambuca. Applausi, applausi. La gente si alza. Baci a non finire. Ed Enzo scrive dediche sui libri che in tanti hanno comprato. Aspetto il mio turno e lo saluto.